Il calcio fuori dal mondo

Italia-Israele sarà inevitabilmente una partita che si giocherà in un clima surreale. La conferma arriva dalle immagini di cecchini posizionati sulla copertura del Bluenergy Stadium, l’impianto di casa dell’Udinese. La guerra a Gaza e l’ultimo bombardamento israeliano (4 morti e 50 feriti nel campo sfollati ad Al Aqsa) hanno portato i servizi di sicurezza a intensificare le proprie misure di sorveglianza. E proprio in virtù del contesto in cui si giocherà la partita in tanti avevano chiesto l’annullamento della gara proprio per la paura che potesse accadere qualcosa vista la presenza della nazionale israeliana in Italia.

Già nelle 48 ore precedenti alla sfida intorno allo stadio dell’Udinese erano state posizionate transenne e chiusi accessi alle strade che conducono all’impianto di casa della squadra friulana. Sono stati infatti predisposti due sbarramenti di prefiltraggio per avvicinarsi allo stadio. La zona è stata chiaramente bonificata e controllata in ogni angolo come se fosse stata davvero attivato un sistema anti-terrorismo. La guerra di Gaza e il conflitto contro la Palestina allargato in Medio Oriente di fatto giustificano misure di sicurezza straordinarie in questo momento.

Nelle immagini diventate già virale sui social si vedono due uomini in mimetica che osservano dalla parte più alta dello stadio, ovvero il tetto della tribuna che caratterizza l’impianto di Udine, tutto ciò che accade. Un’immagine forte che racconta al meglio il clima assolutamente di tensione che si sta vivendo in queste ore attorno a questa sfida. Non è la prima volta che accade dato che anche in occasione delle partite in casa di Israele a Budapest, in campo neutro, erano presenti i cecchini sul tetto della Boszik Arena pronti a sorvegliare tutta la zona.

La città è stata letteralmente blindata in questi giorni con misure preventive attuate in caso di possibili attacchi. Forze dell’ordine e steward da fuori regione sono stati chiamati per gestire l’afflusso di persone e nel frattempo, si è svolta una manifestazione pro Palestina per le strade della città in questo pomeriggio aumentando ulteriormente l’allerta. Di fatto Italia-Israele si giocherà in un clima assolutamente inusuale che pare non avere davvero nulla a che fare con i sani valori dello sport, del divertimento e del puro agonismo. (da Fanpage.it)

Non sarebbe il caso che lo sport si fermasse di fronte a certi accadimenti come le guerre? Sicuramente se lo saranno chiesto in parecchi, me compreso. Nel nostro caso, dal calcio potrebbe arrivare un forte messaggio di pace e fratellanza?

Dal momento che lo sport non è un fenomeno asettico rispetto al contesto socio-politico in cui opera, dovrebbe sicuramente scegliere cosa fare di fronte alle guerre che imperversano al fine di porsi in netta controtendenza. Sarebbe bellissimo, ma richiederebbe che il mondo del calcio avesse in se stesso alcuni valori da proporre in alternativa alla violenza, mentre invece purtroppo ne contiene tutti gli ingredienti in perfetta conformità: esasperati profitti, malaffare, scorrettezze di ogni genere, etc. etc.

Come si può fare a dare un segno di pace dagli stadi dove imperversa la violenza in campo e sugli spalti, da un sistema pieno di illegalità e di compromissioni col peggior affarismo, da una realtà improntata all’egoismo e al successo ottenuto ad ogni costo?

Prima di protestare occorre sempre dare il buon esempio, altrimenti tutto diventa una parodia. Sarebbe stato bellissimo che la partita Italia-Israele non si fosse giocata in segno di contestazione e lutto. Ma lo spettacolo deve continuare, meglio far finta di essere patriottici, meglio cantare gli inni nazionali, meglio fare un po’ di retorica, meglio giocare a costo di blindare città e stadi dalla paura che possa succedere qualcosa di brutto.

È pur vero che lo sport non deve essere strumento di conflittualità politica, ma nemmeno esserne stanza di compensazione e di decantazione, una sorta di parentesi buonista e pacifica in mezzo a morti, lutti, e rovine. Ho avuto la tentazione di rifiutarmi di seguire in televisione la partita fra Italia e Israele, di fare uno sciopero calcistico di protesta contro la guerra in cui lo Stato di Israele sta letteralmente impazzendo e per cui lo Stato italiano non riesce a intraprendere nessuna significativa e concreta azione pacificatrice o almeno contenitrice.

Invece anch’io, da vigliacchetto qualsiasi, ho ceduto alla tentazione e mi sono guardato la partita, tanto il mondo va a rovescio e non potevo di certo raddrizzarlo. Però…