«Non si tratta di un errore né di un incidente, vogliamo spiegazioni reali nei tempi più rapidi possibili. Le abbiamo chieste all’ambasciatore d’Israele e stiamo attendendo». Alle sei di sera, in una conferenza stampa convocata con urgenza, il ministro della Difesa Guido Crosetto dà voce al «fortissimo disappunto» del governo italiano per i colpi sparati da militari israeliani verso le basi del contingente Unifil. La protesta dell’esecutivo è vibrante e parte dalla premier Giorgia Meloni, che poco prima ha bollato l’attacco come «non ammissibile» e vede in prima linea Crosetto e il titolare degli Esteri Antonio Tajani.
Da giorni la situazione era tesa, ma dopo la gragnuola di proiettili israeliani (che ha danneggiato due basi italiane e il quartier generale della missione, ferendo due caschi blu indonesiani), l’ira di Roma è montata. «Unifil ha esortato tutti gli attori coinvolti a cessare immediatamente il fuoco», riferisce il ministro nella sala stampa di Palazzo Chigi, affiancato dal generale Francesco Paolo Figliuolo. «Ciò che è successo negli ultimi due giorni in Libano è totalmente inaccettabile», prosegue Crosetto. Poi avverte a chiare lettere il governo di Benjamin Netanyahu: «Ascolteremo la loro spiegazione. Ma gli atti ostili compiuti e reiterati dalle forze israeliane potrebbero costituire crimini di guerra» perché «si tratta di gravissime violazioni alle norme del diritto internazionali, non giustificate da alcuna necessità militare». (dal quotidiano “Avvenire”)
Ce n’è voluto a capire che Israele non sta solo reagendo in modo spropositato agli attacchi di Hamas, ma sta spadroneggiando militarmente sul mondo intero. É proprio vero che fintantoché non si è toccati nel vivo, non si comprende o non si vuol comprendere ciò che sta succedendo.
Il governo italiano ha mandato in avanscoperta il ministro della Difesa Crosetto, mentre il ministro degli Esteri Tajani ha iniziato la sua intervista con un’infelice e nazionalisticamente disgustosa affermazione: «I soldati italiani non si toccano!». E i bambini palestinesi e libanesi invece si possono tranquillamente massacrare?
La premier Meloni è rimasta più defilata: forse ha paura di disturbare gli Usa, forse si tiene le mani libere a livello diplomatico, forse si è troppo esposta a favore di Israele. Forse sono troppo malizioso…
La retorica anti-Hamas ha subito un duro colpo e non può più essere il paravento dietro cui fare i propri comodi. Dopo averne insolentito il segretario generale, il signor Netanyahu dichiara guerra all’Onu, pretendendo che ritiri le truppe di intermediazione a suo tempo inviate in Libano col pieno consenso dello Stato di Israele.
Non è un problema che riguarda l’Italia impegnata nei contingenti Unifil, ma tutto l’assetto dei rapporti internazionali a livello Onu. Credo che un simile azzardo abbia pochi precedenti storici. Speriamo che serva a scuotere chi di dovere.
Pongo una domanda altamente provocatoria: sparare contro Unifil è un crimine di guerra (e sono d’accordo!), ma massacrare la popolazione civile palestinese e libanese cos’è? È stata necessaria un’aperta violazione dei patti internazionali per far aprire gli occhi e smascherare il vero volto aggressivo del governo israeliano. Speriamo sia la goccia che fa traboccare il vaso, anche se non si è voluto vedere finora che il vaso era traboccato da parecchio tempo. Gli Usa hanno al riguardo enormi responsabilità assieme a tutto il mondo occidentale, Europa e Italia comprese.
In cauda venenum: fare strage di bambini palestinesi è giustificabile come reazione al terroristico attacco di Hamas; sparare al contingente Unifil e ferire due caschi blu invece non è ammissibile. Pur con tutto il rispetto possibile e immaginabile per l’Onu, strano modo di valutare le guerre, le loro cause e i loro svolgimenti. A Gaza tutto è possibile. Su Unifil non si può! È la diplomazia, stupido!