Punti dall’ago della bilancia truccata

Chi ha detto che, dopo le “truccate” elezioni europee e dopo la “smargiassata” del G7, l’Italia capitanata da Giorgia Meloni sia più forte nella Ue e nel mondo?

Perché parlo di elezioni truccate? Quando vota meno della metà degli aventi diritto, il risultato, anche se legittimo non è politicamente significativo e consolidato, ma destinato a cambiare al primo stormir di fronda. Se facciamo un rapido e semplice calcolo, che per la verità non ho sentito a livello mediatico, Fratelli d’Italia, il partito personale di Giorgia Meloni, ha ottenuto il 29 per cento del 49 per cento dei votanti, vale a dire circa il 14 per cento degli italiani. Non mi sembra un gran risultato da giustificare l’apoteosi in atto a livello mediatico e politico. Togliamo la feccia neofascista presente in quel 14 per cento (stimata intorno al 3% del 49%, cioè 1,5%) e arriviamo al 12,5%: la tolgo per fare un piacere a Giorgia Meloni, che si dovrebbe vergognare di coltivare questa gentaglia, che non so sinceramente se faccia  più pena o più paura. Dov’è il plebiscito in favore di questo governo, che piace al 14% degli italiani.

Mi si dirà che però occorre aggiungere per obiettività circa il 20% (la somma delle percentuali di Forza Italia e Lega) del 49%, cioè il 10 arrotondato per eccesso: arriviamo al 24 % degli italiani che votano a favore dell’attuale governo di centro-destra. Quindi il plebiscito non c’è: solo un italiano su quattro si esprime positivamente verso il centro-destra a guida Meloni. Bisognerebbe togliere anche la gentaglia che ha votato per il generale Vannacci, ma lasciamo perdere, perché è difficile da calcolarsi e perché anche le fogne fanno parte del contesto urbanistico.

Perché parlo di smargiassata del G7? Penso che tutti abbiano visto che non si è andati molto oltre una ipocrita e vergognosa passerella, di contenuti seri non se ne sono sentiti, di programmi futuri men che meno. Quindi in cosa consiste la grande considerazione conquistata da Giorgia Meloni a livello internazionale? Una nana in mezzo ai nani, una ballerina in mezzo al palcoscenico vuoto!

Temo al contrario che, siccome le furbizie tattiche stanno sempre in poco posto, più che mai a livello internazionale, il governo italiano, anziché fare da collante fra moderati di centro e estremisti di destra, si troverà schiacciato in mezzo ai sovranisti dell’est ed ai populisti dell’ovest, per semplificare tra Orban e Le Pen, con tanto di Vox e AfD a fare da contorno. Se questo lo vogliamo chiamare ago della bilancia… E tutto ciò a prescindere dal risultato delle imminenti elezioni politiche francesi.

Sono convinto che le due anatre zoppe, Macron e Scholz, tenderanno a isolare l’oca giuliva, Giorgia Meloni; fa loro gioco emarginarla dopo averne fatto uno spauracchio da sventolare in faccia ai loro elettorati in crisi. Ursula von der Leyen impiegherà un minuto secondo, pur di rimanere al potere, a tagliar fuori la Meloni dai giochi: ricordiamoci oltre tutto che tra donne, molti baci, ma poca solidarietà.

La “melonitalia” rischia di uscire dai giochi istituzionali europei becca e bastonata proprio a causa della sua premier: non è infatti né affidabile fino in fondo per le destre in voga, né credibile per la destra moderata in difficoltà. A quel punto non le rimarrebbe altro che schiacciarsi le dita con la Le Pen (ammesso e non concesso che vinca le elezioni francesi) e/o con Donald Trump (ammesso e non concesso che vinca le elezioni americane). A meno che non entri in campo Mario Draghi a scombinare le carte di tutti, ma alla Meloni non piace da sempre e oggi più che mai, perché la metterebbe all’angolo dei buoni a nulla che si credono capaci di tutto.