La Ue dei giochini di Ursula e Giorgia

Politico.eu rivela: “Von der Leyen ha nascosto il report sui media in Italia per avere l’appoggio di Meloni”. La presidente ha chiesto di rinviare la pubblicazione del documento che conferma i timori di Bruxelles sul controllo dei media da parte del governo della destra. Si deve assicurare i voti di FdI per il secondo mandato. Ursula von der Leyen avrebbe rallentato l’approvazione definitiva di un rapporto ufficiale dell’Unione Europea che critica l’Italia per l’indebolimento delle libertà dei media, nel tentativo di ottenere il sostegno di Roma per un secondo mandato come presidente della Commissione Europea. Lo scrive sul suo sito online Politico.eu. Secondo quanto riferito da quattro funzionari, un’inchiesta della Commissione ha evidenziato un giro di vite sulla libertà dei media in Italia da quando la premier Giorgia Meloni è entrata in carica nel 2022. (da Huffpost)

E brava Ursula!  Se vera, l’indiscrezione metterebbe seriamente a repentaglio la sua reputazione e confermerebbe i penosi giochini con Giorgia Meloni: la prima ansiosa di rimanere a tutti i costi alla presidenza della Commissione Ue, la seconda propensa a inserire Fratelli d’Italia nel borsino della Ue.

La delusione per la Von der Leyen è sempre più grande, la disistima per la Meloni sempre più motivata. Non so se il loro gioco riuscirà a superare le barriere che si dicono innalzate verso l’ingresso di FdI nella maggioranza parlamentare di Strasburgo. Al riguardo sembra che abbia avuto un certo effetto la clamorosa indagine di Fanpage sul neofascismo giovanile nelle file del partito della Meloni. All’estero, come spesso succede, su certe cose sono molto più attenti e suscettibili che in Italia.

Cosa dirà Salvini e come reagiranno i parlamentari europei della Lega capitanati da Vannacci? Si distingueranno e si collocheranno con l’estrema destra, mentre Forza Italia avrà il broncio per essere stata tagliata fuori da questo accordicchio Ursula-Giorgia (avrà magari un contentino a livello di commissari)?

La Meloni dopo essersi convertita alla Nato, metterà da parte ogni perplessità sulla Unione Europea, continuando a prendere le rincorse internazionali per dribblare i problemi interni? I giri di valzer opinionisti sono la sua specialità, non c’è argomento su cui non abbia cambiato il giudizio e la linea politica. Come riuscirà a tenere insieme il suo opportunistico europeismo, che la porterebbe, seppure di straforo, nel perbenismo democratico di Strasburgo e Bruxelles, con il neofascismo delle sue file che la butterebbe nelle braccia dei partiti estremisti di destra o almeno in quelle di Marine Le Pen, è tutto da scoprire.

Sul ruolo dell’Italia in Europa nel post elezioni si sofferma Agostino Giovagnoli su Avvenire. Per ora cedo volentieri a lui la parola, ma mi riservo di ritornare molto presto sull’argomento.

La brutta campagna elettorale per le europee non fa ben sperare. E il dopo-elezioni non mostra un salto di qualità. Si discute molto di vicepresidenze o di commissari europei assegnati all’Italia o di un possibile voto a favore di Ursula von der Leyen da parte di Fratelli d’Italia. Ma questo partito è considerato inaffidabile sotto il profilo dell’europeismo da socialisti, liberali e una parte dei popolari europei e cioè dalla probabile maggioranza che governerà l’Europa. Ciò rende difficile al nostro Paese svolgere un ruolo veramente incisivo e danneggia gli interessi italiani vitalmente legati al futuro dell’Europa. Se Fratelli d’Italia prendesse oggi una posizione chiara a favore dell’unità europea – la fedeltà alla Nato non basta – e mettesse in campo un’iniziativa efficace con altre forze sinceramente europeiste, l’Italia salverebbe l’Europa e ne diventerebbe il Paese guida. Ma, naturalmente, questo è solo un sogno: la realtà è che nell’attuale maggioranza di governo c’è chi afferma, contro ogni evidenza, che esistano una sovranità nazionale e una sovranità europea tra loro contrapposte. Mentre De Gasperi parlava di amore per le patrie nazionali e di comune patria europea come di un unico sentimento.