Via libera del Parlamento europeo al nuovo Patto di Stabilità, con nessuno dei principali partiti italiani che ha votato a favore del provvedimento. Questa settimana a Strasburgo si svolge l’ultima sessione plenaria dell’eurocamera prima delle elezioni di giugno. Una maratona legislativa in cui sono messi ai voti quasi 90 provvedimenti o risoluzioni, comprese le nuove regole sulla governance economica dell’Unione europea, storicamente una delle questioni su cui è più complicato riuscire a mettere d’accordo tutti e 27 gli Stati membri. Tra chi oggi ha dato luce verde al nuovo Patto di Stabilità non c’è nessun partito italiano, con Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Partito Democratico che si sono astenuti. Contrari Movimento 5 Stelle e Verdi, che hanno descritto le nuove regole sulla governance economica come «il ritorno dell’austerità in Europa». Solo tre italiani hanno votato a favore. (Open)
Via libera al Patto di stabilità, l’Italia non lo vota. Centrodestra e Pd si astengono. Gentiloni: ‘Un buon compromesso’. Una votazione rapida, con una maggioranza che non lascia spazio a dubbi ma nella quale spicca un grande assente: l’Italia. Il nuovo Patto di stabilità e crescita è all’ultimissimo miglio prima di entrare in vigore e ha incassato, a Strasburgo, il via libera definitivo del Parlamento Ue. Il testo cambia le regole del gioco nella governance economica mantenendo da un lato i parametri del 3 e del 60% per il deficit e per il Pil ma concedendo dall’altro dei piani di rientro più graduali per i Paesi ad alto debito. (Ansa.it/Europa)
Il fatto è paradossale. I partiti di governo sconfessano in sede europea l’operato del governo italiano. Il Partito democratico sconfessa in sede europea l’operato di Paolo Gentiloni commissario di espressione piddina per gli affari economici e monetari.
In un sistema politico serio il governo italiano dovrebbe dimettersi in quanto privo di fiducia riguardo al suo comportamento in sede europea laddove ha concordato un patto, peraltro di grande importanza, successivamente non approvato dagli esponenti parlamentari europei appartenenti ai partiti che sostengono il governo in Italia. Sembra uno scherzo, un gioco dei bussolotti, una presa per i fondelli in chiave elettorale.
Tutti ricorderanno la barzelletta del marito che, per schivare gli improperi e le bastonate della moglie, si rifugia sotto il letto. Al reiterato e autoritario invito della moglie ad uscire dal penoso nascondiglio, egli, con un rigurgito di machismo, risponde: «Mi fagh cme no vôja e stag chi!». Ebbene i parlamentari europei di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia si sono ficcati sotto il letto di Strasburgo con un rigurgito di nazionalismo da mostrare agli elettori. Europeisti forzati nei rapporti governativi, europeisti in libera uscita nei rapporti parlamentari. La presidente Meloni non fa nemmeno una piega, forse le va bene un messaggio subliminale euroscettico da inviare ai partner europei. Il ministro Giorgetti fa buon viso politico a cattiva sorte governativa, forse gli va bene vomitare per interposto leghismo il rospo ingoiato per realpolitik. Come ne esca la coerenza italiana è facile da immaginare: i soliti italiani che non si sa da che parte stanno.
Anche il Pd e Gentiloni non ne escono bene, ne escono anzi malissimo con un goffo e penoso corto circuito: il commissario dovrebbe chiedere al suo partito a che gioco si sta giocando; il partito dovrebbe chiedersi se sia accettabile sparare a Strasburgo sul proprio pianista. Ironico il commento del commissario italiano Paolo Gentiloni, che dice: “La politica italiana si è unita sul Patto di Stabilità”.
Morale della favola: è la politica, stupido! In politica tutto è consentito, cosa non si fa per conquistare voti e cosa non si fa per votare i buffoni di turno. E io dovrei recarmi alle urne il prossimo giugno per eleggere i “pirlamentari” europei? Ma fatemi il piacere… Povera Italia e povera Europa!