Ieri la Pec di Roberto Salis, il papà di Ilaria, al Quirinale. Questa mattina la telefonata del capo dello Stato. C’è un padre disperato. E c’è il capo dello Stato che capisce il suo stato d’animo. Che esprime con parole nette la sua vicinanza. Che confida di aver sperato in giornate diverse. Mattarella ha «ribadito la sua vicinanza personale a me e alla famiglia e mi ha garantito il suo personale interessamento al caso». Non c’è molto di più. Ma dal Colle filtra la conferma della volontà del capo dello Stato a fare quello che è nelle sue possibilità. Non ci sono grandi spazi operativi perché quello tocca al governo. Ma c’è attenzione. Salis è colpito e toccato dalla velocità della risposta dell’inquilino del Quirinale. Ringrazia Mattarella. «Mi ha risposto in meno di 24 ore e ha dimostrato sensibilità e vicinanza al dramma che sto vivendo con la mia famiglia», confida Salis. Poi ancora un particolare dal Colle. Salis spiega che con la sua lettera voleva segnalare la disparità di trattamento tra due cittadini italiani. Mattarella gli risponde che si tratta della differenza del nostro sistema ispirato ai valori europei e quello ungherese. E che questa disparità colpisce la nostra opinione pubblica. (dal quotidiano “Avvenire”)
Mentre i membri del consiglio dell’istituto comprensivo statale Iqbal Masih di Pioltello, nel Milanese, difendono la decisione di confermare la chiusura il prossimo 10 aprile in occasione della festa per la fine del Ramadan, arriva anche l’intervento del presidente della Repubblica. Sergio Mattarella ha risposto, infatti, alla lettera inviatagli da Maria Rendani, vicepreside dell’Iqbal Masih, che nei giorni scorsi lo aveva invitato a visitare l’istituto al centro della bufera politico mediatica. “Apprezzo il vostro lavoro”, ha detto il Capo dello Stato. “Ho ricevuto e letto con attenzione la sua lettera e, nel ringraziarla, desidero dirle che l’ho molto apprezzata, così come – al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo – apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo”. È questo il messaggio di Mattarella indirizzato alla vicepreside. La stessa Maria Rendani che ha ricevuto proprio da Mattarella, nel giugno del 2022, l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana per avere “favorito l’integrazione nella sua scuola di Pioltello”. (da “Il Fatto Quotidiano”)
Quei manganelli usati contro i ragazzi che partecipavano ai cortei pro-Palestina a Pisa “esprimono un fallimento”. È la presa di posizione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che all’indomani delle violenze della polizia sugli studenti che manifestavano – 11 giovani sono rimasti feriti – ha deciso di telefonare al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per sottolineare che “l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza”. A riferire della telefonata tra il Colle e il Viminale era stata una nota dell’ufficio stampa del Quirinale: “Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni”, si legge. Poi il monito: “Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”. (da “Il Fatto Quotidiano)
Tre episodi, citati in ordine temporale decrescente, di intervento istituzionale del Presidente Sergio Mattarella, in corretta ma netta controtendenza rispetto ai comportamenti ed agli atteggiamenti del governo Meloni. Sono autentiche lezioni di fedeltà costituzionale, di lealtà democratica e di “alta” interpretazione del sentimento degli italiani. In tutti i tre casi si è notata l’imbarazzata, silenziosa o balbettante reazione. Qualche organo di stampa ha maldestramente provato a replicare, mettendo ancor più in rilievo la differenza sostanziale di levatura istituzionale, morale e politica tra il Capo dello Stato e l’attuale governo. Due stili diversi al di là delle differenti prerogative e funzioni. Meno male che c’è Mattarella, non per risolvere i problemi (non è compito suo), ma per riportarli nel clima di unità nazionale (di cui è interprete costituzionale).
Sì, perché in Italia, politicamente parlando, si sente sempre più il desiderio di serenità di vita, pur tra i normali contrasti di opinioni e di posizioni. Mentre i partiti di maggioranza fanno di tutto per dividere e conflittualizzare gli italiani, rompendo senza pagare (anzi aumentando sondaggisticamente i consensi), il Presidente Mattarella interviene, raccogliendo continuamente, fin dove possibile, i cocci. È diventato l’unica e credibile coscienza critica, un vero e proprio alter ego istituzionale. Resta da capire come mai i cittadini gli riservino tanta attenzione e tanta adesione in netto contrasto con il voto da essi espresso.
Provo a ipotizzare un motivo di questa apparente dicotomia popolare. Forse Mattarella presta voce autorevole alla (sempre più) grave perplessità degli italiani rispetto alla classe politica che li governa e li rappresenta, a quella maggioranza silenziosa che non va al voto, a quei milioni di cittadini in cerca di politica vera. Lui ha provato a fare questa azione di recupero promuovendo l’esecutivo guidato da Mario Draghi, ma poi purtroppo la cattiva politica ha preso il sopravvento e a Mattarella non è rimasto altro che tentare una moral suasion coordinata e continuativa. Batti oggi, batti domani, chissà…
I suoi interventi sono per tutti autentici capitoli di un manualetto di educazione civica. Quando si è presuntuosamente ignoranti, occorre un bagno di umiltà ed è purtroppo quello che non riesce a fare chi ci sta governando. Speriamo che lo facciano gli italiani, tornando alle urne (il sottoscritto per primo) e tentando di riportare la politica al suo posto e mettendo i problemi al primo posto per abbandonare le nostalgie, le illusioni, le scorciatoie, le furbizie e le “balle che stanno in poco posto”.