Mia sorella Lucia, nella sua innata chiarezza di pensiero, sosteneva che in politica (e non solo in politica), quando una persona esprime incertezza e dice di collocarsi a metà strada vuol dire che è vocato a schierarsi a destra e, prima o poi, lo farà. Io aggiungo un’altra teoria ben più provocatoria: chi ha fatto e fa dell’anti-sinistrismo ad ogni piè sospinto non lo fa in difesa della democrazia, ma in funzione del suo più o meno gonfio portafoglio.
Di queste tesi peraltro ricche di prove storiche mi è sovvenuto in questi giorni di tira e molla calendiano e renziano. La Basilicata ha finalmente chiarito: i centristi di Renzi e Calenda salutano Pd e 5 stelle e con la soddisfazione di Tajani decidono di sostenere Vito Bardi, il candidato del centrodestra. (vedi il quotidiano “Avvenire”)
A nulla valgono i pretesti accampati: è dal giorno dell’insediamento del governo Meloni che questi signori rompono i coglioni (ci fa pure la rima!). Muoiono dalla voglia di sgattaiolare a destra passando dal fantomatico centro. Lo fanno in Basilicata, ma non mancheranno di farlo in tutta Italia.
Matteo Renzi è da quel dì che sogna un trionfale ingresso in Forza Italia: si dovrà accontentare della benedizione di Antonio Tajani (in mancanza dei cavalli trottano gli asini). Pensa di impossessarsi di questa area per diventarne il leader, togliendole le ultime scorie del berlusconismo e dandole una prudente e critica dignità più terzaforzista che filo-meloniana. Carlo Calenda è in cerca d’autore: non è d’accordo nemmeno con se stesso e, gira e rigira, troverà pace nel sepolcro imbiancato di Forza Italia.
A quel punto i moderati di Maurizio Lupi diventeranno improvvisamente degli estremisti e dovranno fare buon viso a cattiva sorte, abbandonando ogni pretesa autonomistica e rientrando nei ranghi forzitalioti.
Finalmente un po’ di chiarezza in funzione del bipolarismo. Mio padre concepiva il gioco democratico in modo secco e inequivocabile: destra o sinistra, per lui il resto veniva dal maligno. Non aveva tutti i torti e forse oggi brinderebbe alla chiarezza, seppur affievolita dai poli che non sono partiti tout court.
Il campo dell’alternativa al centro-destra perderà potenziali consensi? Forse le perdite al centro saranno ampiamente compensate dai recuperi a sinistra provenienti dall’area astensionista. E poi, diciamola tutta: che razza di strategia può mai essere quella che dipende dagli umori di personaggi come Renzi e Calenda? Andassero a rompere i coglioni a Giorgia Meloni, glieli regalo molto volentieri.
È vero che gli Italiani sono confusi, ma non credo si lasceranno incantare più di tanto dalle sirene calendiane e/o renziane. E se anche fosse…
Mio padre si fidava del prossimo con una giusta punta di cautela e scetticismo; a chi gli forniva un “passaggio” in automobile era solito chiedere: “Sit bon äd guidär”. Naturalmente l’autista in questione rispondeva quasi risentito: “Mo scherzot?!” E mio padre smorzava sul nascere l’ovvia rimostranza aggiungendo: “Al fag parchè se pò suceda quel, at pos dir dal bagolon”.