“È sorprendente che l’Italia cerchi di interferire in un caso giudiziario ungherese”: lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Péter Szijjártó riferendosi al caso Salis, come si legge sull’account Twitter del portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs.
“Questa signora, presentata come una martire in Italia, è venuta in Ungheria con un piano chiaro per attaccare persone innocenti per le strade come parte di un’organizzazione di sinistra radicale.
Spero sinceramente che questa signora riceva la meritata punizione in Ungheria”, ha aggiunto Szijjártó che oggi a Roma ha incontrato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. (agenzia Ansa.it)
Il ministro ungherese trova sorprendente l’interferenza italiana, io trovo sorprendente il suo piglio anti-democratico oltre che la sua mancanza assoluta di diplomazia. Non voglio esagerare e generalizzare, ma questi Paesi post-comunisti si portano dietro un concetto di democrazia e libertà incompatibile col nostro e questo fatto mi conferma ancora una volta nella mia idea sulla eccessiva sbrigatività con cui furono accettati nell’Unione europea.
Non sono i giorni migliori per Giorgia Meloni. Dopo la batosta elettorale in Sardegna, deve fare i conti con certi suoi alleati piuttosto scomodi a livello europeo. Probabilmente Ilaria Salis sta diventando una spina nel fianco del suo governo: basta poco per mettere in crisi certe opportunistiche e strumentali alleanze.
Non so cosa effettivamente abbia combinato la Salis in Ungheria, ho intuito che abbia partecipato a proteste contro certi gruppi di estrema destra, finendo magari con l’aggredire o essere coinvolta nell’aggressione a militanti neonazisti (almeno questo è il capo d’accusa ufficiale). Non mi sembra una martire, ma una persona i cui diritti fondamentali sono stati clamorosamente calpestati e non credo sia una estremista di sinistra che si diverte a colpire cittadini ungheresi a vanvera. La storia degli opposti estremismi la conosciamo bene, non ce la deve insegnare il ministro degli esteri ungherese, che l’ha applicata prima ancora di conoscere le sentenze dei magistrati: è sempre stata la scusa per coprire la triste realtà del risorgente nazifascismo. Si dice infatti: sono condannabili gli estremisti di destra, ma anche quelli di sinistra non sono da meno. Il signor Szijjártó ha addirittura trasformato i simpatizzanti nazifascisti in persone innocenti che girano per le strade di Budapest.
Non mi vado di certo a impegolare in disquisizioni giuridiche, preferisco rimanere al significato politico della vicenda, rischiando magari di essere un “tantino” semplicista, manicheo, demagogico, fantasioso e provocatorio: non penso sia eticamente e politicamente riprovevole venire alle mani con dei neonazisti, è l’unico linguaggio che possono capire. Della serie “quanno ce vò ce vò”. In dialetto parmigiano, quando si osservano le sacrosante botte date a chi se le merita tutte, si dice: “Maledètta colà c’lé andäda par téra”.
Ilaria Salis poteva essere più prudente? Certo che sì, ma posso capirla nel suo giusto furore contro certi personaggi. Un tempo si gridava “fascisti carogne tornate nelle fogne”. Ilaria ha adattato in terra straniera lo slogan: “Neonazisti carogne tornate nelle fogne”.
E il ministro ungherese si preoccupa di punirla, perché ha osato alzare le mani su delinquenti politici (tali sono a mio giudizio quanti si schierano e militano a servizio dell’ideologia nazifascista)? Meriterebbe almeno la concessione delle attenuanti della provocazione se non addirittura della legittima difesa. Il giustizialista Péter Szijjártó si vada a nascondere assieme al suo capo Orban con l’amica Giorgia.
I ministri Tajani e Nordio temono che intervenire in favore di Ilaria Salis sembri un’ingerenza nella gestione della giustizia in Ungheria oppure temono di disturbare un equivoco alleato del governo italiano? Si ha paura di creare un incidente diplomatico? Ma mi facciano il piacere… Facciano sentire a Orban e c. l’odore del cuoio, come si dice in gergo calcistico per giustificare il gioco pesante.
Chiedano la liberazione o almeno il trattamento umano e garantista per la nostra connazionale in modo fermo e intelligente, non lasciandosi impressionare da certe affermazioni aggressive che dimostrano tutta la natura “democraturale” del governo ungherese, capace di mettersi i diritti sotto i piedi. Non è forse vero che il Parlamento europeo ha condannato gli sforzi deliberati, continui e sistematici del governo ungherese per minare i valori fondanti dell’UE? E allora non stiamo a sottilizzare per paura di interferire. Sante interferenze!