Cosa rimane del nulla della conferenza stampa di Giorgia Meloni? Il nulla dell’indovinello su chi siano i poteri forti che tentano di condizionarla e il nulla di un confronto al femminile fra il suo nulla e quello di Elly Schlein. Tanto rumore per nulla!
Non c’è alcun bisogno di condizionare e tanto meno ricattare la premier. Si condiziona e si ricatta da sola, si guarda allo specchio, si riascolta e si accorge di essere la più bella del peggior reame politico. Chi volete mai che tenti di dissuaderla da una simile convinzione? Meglio lasciarla bollire nel suo brodo in cui si può cuocere tutto e il contrario di tutto.
Non c’è alcun bisogno di mettere a confronto due donne in carriera che scimmiottano gli uomini autoincoronandosi leader (di cosa non è dato sapere…). Non c’è alcun bisogno di ascoltare le ipotesi di entrambe senza possibilità di arrivare alle loro inesistenti tesi. Non ho idea di chi uscirà vincente da questo penoso duello, so che ne uscirà perdente la politica.
Ai tempi dello scontro fra Berlusconi e Prodi, Roberto Benigni disse in Rai (allora si poteva ancora starci) di voler essere imparziale e aggiunse: “Berlusconi non mi piace!”. Potrei fare così anch’io e gridare: “Meloni? Non la prendo nemmeno in considerazione!”. Quanto alla sua competitor posso solo dire di essere orgoglioso di non averla votata alle primarie del PD, anche se nutrivo una speranzella che si è sciolta come neve al sole.
Conviene a Elly Schlein azzardare questo dibattito? Non saprei… Occorre stare molto attenti alla competenza e credibilità dell’interlocutore, perché può succedere come a scuola: quando si viene interrogati assieme ad un compagno impreparato che spara risposte alla viva il parroco, si finisce con l’essere coinvolti in una deriva da cui si esce squalificati a vita. È impossibile giocare bene in una partita di calcio contro una squadra balorda, che non sa fare altro che buttare la palla in tribuna, sgambettare l’avversario, entrare a gamba tesa e protestare contro l’arbitro. Si finisce con l’essere tutti sommersi dai fischi del pubblico.
Mia sorella Lucia amava la musica. Questa passione, ereditata da papà, incombeva sulla sua vita: soprattutto l’opera lirica, il melodramma verdiano in particolare, ha condito ed alimentato il suo animo. Una passione abbinata a competenza acquisita sul campo. Mi raccontava come una volta ebbe l’ardire di attaccare discorso musicale con un frate effettivamente molto preparato dal punto di vista musicale, persona amabile ma piuttosto originale. Prima di interloquire volle fare una rapida verifica e chiese ad un suo collega garanzie sulla affidabilità di mia sorella in materia di opera lirica. Solo dopo avere avute le rassicurazioni del caso, proseguì il dialogo. In materia musicale infatti non si scherza. Tutti possono improvvisarsi allenatori di calcio, ma non direttori d’orchestra. Oggi purtroppo tutti si improvvisano protagonisti, addirittura leader, della politica.
Chi è stato a lanciare la sfida? Elly Schlein, probabilmente presa da delirio di onnipotenza o nella speranza che l’interlocutrice rifiutasse in risposta al rifiuto di partecipare alla festa di Atreiu. Invece ha accettato, e adesso? Buona fortuna!
Mi riprometto di evitare di assistere al duello. Un tempo era vietato battersi a duello ed era vietato anche fare da testimoni ai duellanti. Generalmente ci si sfidava per motivi d’onore. Per quanto mi riguarda quella sera mi eclisserò proprio per motivi d’onore e a costo di passare per uno snob, vale a dire una persona che nell’atteggiamento o nel comportamento ostenta aristocrazia, spesso eccentrica, e non di rado ridicola distinzione e raffinatezza, nel tentativo di identificarsi con una categoria sociale superiore. Pensatela come volete: meglio snob che semplice tifoso.
Oltre tutto non guardo mai le partite di cui si conosce già il risultato, non c’è gusto… Nel caso di Meloni vs Schlein il risultato è scontato: il nulla batte la politica due a zero.