Quindi, se l’obiettivo è quello di “integrare tutti”, di aiutare ciascuno «a trovare il proprio modo di partecipare alla comunità ecclesiale», è evidente che – come si legge nel nuovo documento – vanno accolti tutti coloro che adorano «il Signore con tanti gesti di profonda fiducia nella sua misericordia e che con questo atteggiamento viene costantemente a chiedere alla madre Chiesa una benedizione». (dal quotidiano “Avvenire”)
È una citazione-commento della recente “Fiducia supplicans”, dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede, approvata dal Papa, in base alla quale è possibile benedire coppie formate da persone dello stesso sesso, ma al di fuori di qualsiasi ritualizzazione sacramentale.
Cedo la parola al cardinale Carlo Maria Martini e a quanto da lui detto nell’intervista-testamento spirituale.
«La Chiesa è rimasta indietro di 200 anni. Come mai non si scuote? Tre strumenti contro la stanchezza della Chiesa:
- Il primo è la conversione: la Chiesa deve riconoscere i propri errori e deve percorrere un cammino radicale di cambiamento.
- Il secondo è la Parola di Dio: è semplice e cerca come compagno un cuore che ascolti. Né il clero né il diritto ecclesiale possono sostituirsi all’interiorità dell’uomo.
- Il terzo strumento sono i Sacramenti. Non sono uno strumento per la disciplina, ma un aiuto per gli uomini nei momenti del cammino e nelle debolezze della vita… Io penso a tutti i divorziati, alle coppie risposate, alle famiglie allargate… hanno bisogno di una protezione speciale.
Una donna abbandonata dal marito trova un compagno che si occupa di lei e dei tre figli. Il secondo amore riesce. Questa famiglia non deve essere discriminata. L’amore è grazia, l’amore è dono. La domanda se i divorziati possono fare la comunione dovrebbe essere capovolta. Come può la Chiesa arrivare in aiuto con la forza dei Sacramenti a chi ha situazioni familiari complesse?».
In particolare riguardo alle coppie omosessuali il cardinale Carlo Maria Martini disse quanto segue.
«Non è male che due omosessuali abbiano una certa stabilità di rapporto e quindi in questo senso lo Stato potrebbe anche favorirli. Non condivido le posizioni di chi, nella Chiesa, se la prende con le unioni civili».
Con il succitato pronunciamento vaticano è stato fatto un piccolo passo avanti. Molto piccolo, meglio di niente. La Chiesa resta comunque indietro, non tanto rispetto alla modernità dei costumi, ma riguardo all’applicazione della Parola di Dio, del Vangelo soprattutto.
Un tempo si disquisiva sul sesso degli angeli. Le origini sono incerte, ma si pensa che risalga al periodo bizantino, quando i teologi bizantini erano soliti dibattere tra di loro sul sesso degli angeli, anche quando i Turchi di Maometto II stavano per espugnare Costantinopoli, nel 1453, ponendo fine all’impero Romano d’Oriente. Oggi si disquisisce sul sesso degli umani e non ci si accorge che la religione sta per espugnare la fede, la legge si sostituisce alla grazia, le regole vengono prima del Vangelo.
Resta infatti molto indigesto l’atteggiamento sussiegoso con cui vengono trattate certe persone, quasi fossero soggetti da commiserare, bisognosi solo di perdono. Questa non è carità cristiana! Permane il senso dogmatico con cui vengono affrontate le situazioni esistenziali, che non possono essere né catalogate, né schematizzate, né burocratizzate. Come sosteneva don Andrea Gallo, “ogni caso ha una sua trama e una valutazione diversa”, che va coniugata con la coscienza individuale e con il dettato evangelico. Resta purtroppo molto cammino da fare, anche a livello sacramentale!