Anche se il panorama mediatico è profondamente cambiato, i titoli di prima pagina e la collocazione degli argomenti a livello di fogliazione nella carta stampata dovrebbero indirizzare e rispecchiare le priorità nell’attenzione dell’opinione pubblica. Ebbene, in data odierna il tema d’apertura sui quotidiani riguarda il mutato e più morbido atteggiamento dei grillini nei confronti degli esponenti del movimento indagati dalla magistratura: chi lo considera un dietrofront di Grillo rispetto all’ondivaga intransigenza fin qui adottata, chi lo saluta come un benefico bagno garantista, chi lo teme come una sordina futura agli attacchi verso la casta altrui, chi lo ritiene uno scudo in mano al capo per salvare o affondare gli amici scomodi, chi lo considera l’aperitivo di una conversione al sistema in vista dell’assunzione di eventuali responsabilità di governo, chi addirittura ci vede una risposta subliminale alle preoccupazioni espresse dal Capo dello Stato in ordine all’imbarbarimento della battaglia politica.Se ne sta facendo insomma un gran parlare e soprattutto un gran scrivere. La sintesi migliore la fa Ellekappa in una vignetta satirica, con due lettori di giornale che si scambiano sferzanti battute. Uno pensa a voce alta: «Il codice etico a 5 stelle, un lodo Grillo ad personam…». L’altro risponde: «Il Salva-Previti-Girl!».Dopo aver visto questa vignetta ho smesso immediatamente di leggere i commenti sull’argomento, ritenendola esaustiva e, se devo essere sincero, anche perché del codice etico più o meno garantista varato da Beppe Grillo non mi interessa un cavolo.Possibile che di fronte a tutti i gravissimi problemi interni e internazionali ci si riduca a privilegiare una questione di così modesta importanza culturale e politica? Il rischio che corre la politica italiana, ridotta all’osso grillino e minimalizzata dai pruriti pentastellari, è paradossalmente più pericoloso di quello portato dagli attacchi del terrorismo islamico.Si teme la cosiddetta post-verità – vale a dire le cazzate sparate alla viva il parroco che diventano notizie serie – ma forse il preludio alla falsificazione del dibattito è proprio costituito dalla scelta delle priorità. Se si mettono in fila in modo sbagliato le questioni, non ci si raccapezza più.Beppe Grillo è un comico prestato alla politica e tanti Italiani si sentono risollevati nel morale dalle sue battute: il resto messo in scena dai cinque stelle altro non è che una mera preparazione all’ingresso sul palcoscenico della vera attrazione.Ci sono però anche i politici prestati alla comica (forse è ancora peggio). Tra questi ne prendo tre a caso (?): Massimo D’Alema che vuol rifare la sinistra mettendo in discussione la globalizzazione (il teologo della politica che vuol ricreare il mondo); Pier Luigi Bersani che vuol fare il partito dei poveri (altro teologo, della terza via tra Marx e papa Francesco); Renato Brunetta (il teologo del berlusconismo rimasto indietro alcuni giri) che in questi giorni continua a rivendicare il ruolo del parlamento (e chi glielo dice che forse al suo capo interessa più il ruolo di Mediaset?) nel varo di una legge elettorale. Nessuno può togliere questo ruolo? La facciano questa benedetta legge elettorale, si mettano d’accordo…Forse la soluzione migliore sarebbe incaricare all’uopo Roberto Calderoli, affinché ci spari la seconda porcata, il porcellum bis. Siamo solo al tre di gennaio…buttiamola in ridere!