Neanche il tempo di chiudere la polemica sull’«opposizione giudiziaria» evocata da Guido Crosetto, che il caso di Andrea Delmastro torna a scuotere Palazzo Chigi. Dopo l’imputazione coatta disposta dal gip, il sottosegretario alla Giustizia è stato rinviato a giudizio dal gup di Roma con l’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio per la vicenda di Alfredo Cospito. Il riferimento è ai contenuti “passati” dall’esponente di maggioranza al suo compagno di partito in Fdi (e coinquilino all’epoca dei fatti), Giovanni Donzelli, riguardanti i colloqui tra il leader anarchico e alcuni boss mafiosi nel penitenziario di Sassari. Confidenze che lo stesso Donzelli utilizzò poi per attaccare in Parlamento alcuni membri del Pd, “colpevoli” a suo dire di aver fatto visita a Cospito in carcere. (dal quotidiano “Avvenire”)
“Sono polemiche assolutamente pretestuose”. Lo ha detto il ministro all’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, rispondendo a un’interrogazione del Movimento 5 stelle alla Camera sul caso della fermata ad personam del treno Frecciarossa, rivelato da “Il Fatto Quotidiano”, che lo vede protagonista. In Aula il ministro si è difeso, con un lungo preambolo sull’evento di Caivano dove era atteso, ripetendo in sostanza la versione già data alla stampa. “Sono certo di aver fatto il mio dovere: la mia presenza ad un’iniziativa come quella di Caivano rappresentava la vicinanza dello Stato in un territorio martoriato dalla criminalità”. E poi ha aggiunto: “Ho ritenuto di chiedere una fermata straordinaria – ha spiegato – senza la pretesa di un trattamento di favore. Aggiungo che tutti i passeggeri hanno avuto la possibilità di scendere a Ciampino”. (da “Il Fatto Quotidiano”)
Per il sottosegretario Vittorio Sgarbi, accusato a mezzo stampa di aver incassato emolumenti spudorati per le sue partecipazioni a eventi, la commissione Antitrust, dopo aver ricevuto la documentazione inviata dagli uffici del ministro Sangiuliano, ha iniziato il relativo esame. (dal “Quotidiano Nazionale”)
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi con le sue affermazioni ha causato numerose polemiche in ordine alla sua posizione sul problema migratorio. “Carico residuale” è l’espressione che avrebbe usato per definire le 35 persone costrette a rimanere a bordo della nave Humanity1 perché in buona salute: il governo aveva infatti deciso di far sbarcare dal natante dell’Ong tedesca esclusivamente i migranti in cattive condizioni di salute, le donne e i bambini. “Sbarco selettivo”: è la locuzione che sarebbe stata impiegata, secondo le opposizioni di sinistra e gli attivisti delle Ong, per definire in estrema sintesi la divisione all’interno delle imbarcazioni umanitarie entrate nelle acque territoriali italiane tra migranti in cattive condizioni psico-fisiche o comunque fragili (ad esempio donne e bambini) e gli adulti in grado di riprendere il mare con l’equipaggio sulla medesima imbarcazione battente bandiera straniera. Ecco di seguito altre frasi. «La disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli» 27 febbraio 2023, conferenza stampa successiva al naufragio di migranti davanti alle coste calabresi. «Chi scappa da una guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli, devono essere politiche responsabili e solidali degli stati a offrire la via d’uscita al loro dramma» 28 febbraio 2023, intervista al Corriere della Sera. «Ritengo sia opportuno lavorare per sviluppare un terzo modello di rimpatrio che potremmo chiamare “rimpatrio forzato accompagnato” un’operazione di ritorno che sia associata a progettualità di reintegrazione, anche in caso di rimpatri forzati, può infatti agevolare la collaborazione dello straniero, stimolare i paesi terzi di provenienza a rafforzare la cooperazione e concorrere a contrastare le cause profonde dell’immigrazione» 26 gennaio 2023. (dai quotidiani “La Repubblica” e “Domani”)
Sono alcune delle vicende relative ai comportamenti di esponenti dell’attuale governo italiano. Trascuro volutamente e precauzionalmente gli aspetti e gli esiti giudiziari e persino magnanimamente il rilievo politico ed etico di questi fatti, per concentrarmi sul discorso della loro inadeguatezza professionale. Non la faccio lunga: siamo, più o meno, di fronte a “dilettanti allo sbaraglio presentati da Giorgia”. Ai dilettanti si perdonano tante cose e quindi è inutile insistere con le richieste di dimissioni e/o con le mozioni di sfiducia: la botte dà il vino che ha e questo vino glielo hanno messo, tra l’altro, a disposizione gli italiani con il loro voto, scegliendo come cantiniere/a un personaggio che punta a vendere frettolosamente il vino a prescindere dai suoi componenti e dai suoi effetti.
D’altra parte mi viene spontaneo un parallelismo globale. La pletora dei drammatici problemi che ci sta investendo a livello mondiale è dovuta anche e soprattutto alla conclamata incapacità della dirigenza politica emergente in tutti gli Stati. L’altro giorno, ad esempio, ho rivisto le immagini del patto stipulato tanto tempo fa da Begin e Sadat sotto l’egida di Jimmy Carter. Oggi si tratterebbe di mettere intorno a un tavolo Joe Biden, Benjamin Netanyahu e Abdel Fattah al-Sisi. Una bella differenza da tutti i punti di vista!
E che dire del tanto vituperato Yasser Arafat, che nonostante tutto riusciva in qualche modo a tenere coperchiata la pentola palestinese, tessendo buoni rapporti con l’Occidente nonostante gli annosi e sanguinosi contenziosi con Israele. Si dice che fosse un corrotto. Forse Abu Mazen, l’attuale leader (?) palestinese, non sarà un corrotto, ma in compenso è un burattino buono a nulla, che lascia completamente scoperto il discorso della dirigenza del suo popolo ormai in balia dei terroristi di Hamas e degli inaffidabili Stati arabi.
Tutto si tiene. Il dato comune è il buco nero dell’incompetenza e dell’incapacità, che spesso viene coperto dall’aggressività e dall’intolleranza. Siamo in pessime mani. Basti dire che il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, quando osa dire qualche parola di pace, viene regolarmente zittito o addirittura beffeggiato. Così va il mondo…