Giorgia Meloni aprendo la conferenza programmatico di FdI ha lanciato un messaggio a Biden dopo essersi schierata apertamente, pur con notevoli distinguo storici, culturali e politici, nel campo delle democrazie occidentali. Ha detto: “Tuttavia la scelta occidentale non dev’essere una scelta di sudditanza. Vogliamo essere alleati e non sudditi ma questo ha un costo. Chiediamo forme di compensazione per le nazioni più colpite dalle sanzioni”. Meloni ha ricordato le parole del Presidente Usa Joe Biden che sostiene che le sanzioni alla Russia avranno un impatto “minimo” sugli americani. “Presidente Biden su di noi le sanzioni avranno un impatto massimo”, ha incalzato. “Non vogliamo essere i muli da soma dell’Occidente”, ha quindi aggiunto tra gli applausi.
Devo essere sincero: sono d’accordo con questa posizione, pur grossolanamente esposta, banalmente argomentata, semplicisticamente motivata e strumentalmente lanciata. Mi sono quindi chiesto: cosa sta succedendo a me, che dicevo di non andare a destra nemmeno se la sinistra candidasse un redivivo Hitler? La guerra, lo sostengo da due mesi, sta scoprendo le magagne di tutti: di fronte ad essa siamo tutti nudi come politica ci fece.
È nudo Draghi con la sua formazione mentale e culturale filoamericana; è nudo Enrico Letta che, per non sbagliare, sta dalla parte del manico, rischiando di portare il suo partito alla catastrofe elettorale sull’onda di un acritico e aprioristico appoggio al governo Draghi (e alla Nato); è nudo chi confonde la Resistenza italiana al nazifascismo con la resistenza ucraina al putinismo; è nudo chi si accorge di esserlo e va alla disperata ricerca di una foglia di fico chiamata “armi difensive”; è nudo chi ha gli armadi pieni di scheletri e non trova più abiti da indossare; è nudo chi era amico o interlocutore di Putin e si trova clamorosamente e vergognosamente spiazzato; è nudo chi ha paura di indossare la biancheria pacifista in quanto potrebbe coprire gli attributi che servono nelle guerre “giuste”; è nudo chi è di sinistra, ma solo se non si toccano i massimi sistemi del capitalismo; è nudo chi è di destra, ma non vuole la tuta mimetica; è nudo chi è filoamericano a prescindere; è nudo chi è filoeuropeo a denti stretti; è nudo chi vuole la pace, ma giustifica la guerra considerandola inevitabile; è nudo chi inorridisce di fronte alle brutture della guerra e chiude gli occhi di fronte ai migranti delle guerre.
Il nudismo bellico fa male perché rischia di creare confusione, ma può fare anche bene, perché costringe tutti a ragionare con la propria testa al di là degli schemi preconfezionati e arrugginiti dalla storia. Davanti al revisionismo meloniano in molti si chiedono se si tratti di esercitazioni in vista del futuro esame elettorale o se siamo veramente di fronte ad una conversione ad u. Propendo decisamente per la prima ipotesi. Mi intriga molto di più la domanda sul presente e sul futuro della sinistra: la sua assenza sta regalando praterie di pur superficiali consensi alla destra pronta a coprire questi spazi. Se è vero che la maggioranza degli italiani è contraria all’invio di armi all’Ucraina, anziché fare i fini dicitori anti-sondaggisti, anziché buttarsi a capofitto nella demagogia anti-tutto, anziché cavarsela imbrattando il pacifismo di ingenuo putinismo, sarebbe importante ragionare di pace. Lo vogliono gli italiani forse non per convinzione, ma nemmeno per egoismo, ma per sana stanchezza, per sfinimento.
Tornando a Giorgia Meloni, il mio voto non lo avrà mai. Non farò però come quel marito dispettoso, anche perché la Meloni non è mia moglie politica e io sono disposto a tagliarmi solo una mano per non votarla.