Il 23 maggio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto visita all’Istituto Comprensivo Fiume Giallo – Scuola Primaria Geronimo Stilton di Roma, per la presentazione dell’ottava edizione de Il Mio Diario, l’agenda scolastica della Polizia di Stato.
Mattarella ha risposto ad alcune domande poste dai piccoli studenti e tra queste ha molto colpito quella di un bambino: «Buongiorno Presidente, mi chiamo Alessio e vorrei chiederle qual è la cosa migliore che noi possiamo fare per l’Italia».
Mattarella è andato al microfono, giustamente collocato sopra una cattedra, e ha risposto: «Abitualmente si dice che la cosa importante a scuola sia “studiare”. Studiare è naturalmente importante, ma io vi dico un’altra cosa, forse la più importante: “aiutarsi reciprocamente”. Aiutarsi nelle difficoltà – non nel copiare, perché le regole vanno rispettate -, aiutarsi nelle cose in cui ognuno ha bisogno di essere sostenuto. Se qualcuno ha un problema con una materia o con qualche compito, aiutarsi vicendevolmente è molto importante. Aiutarsi, per esempio, se uno ha difficoltà a camminare per qualche problema, per un incidente: aiutarlo è importante. Questo vale all’interno di una scuola, in qualunque paese o in una grande città, vale anche in un grande Paese come l’Italia. Se ci si aiuta vicendevolmente, si vive meglio e ciascuno sta meglio. Vivere insieme significa che ognuno ha bisogno degli altri e quindi aiutarsi rende migliore la vita di tutti quanti. Questa è probabilmente la cosa più importante da fare. Noi stiamo passando attraverso la grave esperienza della pandemia. In questo anno, ancora una volta, abbiamo imparato che dipendiamo gli uni dagli altri, che abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri: abbiamo avuto bisogno dei medici, degli infermieri, delle persone che lavorano per fornirci di beni, come il cibo, che conducono gli autobus per poterci muovere e così via. Abbiamo bisogno gli uni degli altri e quindi, in definitiva, aiutare gli altri significa aiutare se stessi. Quando ci si aiuta, si vive meglio. Non soltanto ne riceve un vantaggio e un beneficio la persona che viene aiutata, ma anche colui che aiuta, perché l’aiuto è sempre in direzione vicendevole. Quindi, questo è quello che vi suggerisco da bambini e…da grandi. Ogni tanto da grandi questo si dimentica e non ci si aiuta abbastanza a vicenda e si vive peggio. Si vive insieme e quindi si deve vivere aiutandosi. Che cosa desiderate voi in casa o a scuola? L’armonia, la serenità, andar d’accordo. Aiutarsi a vicenda è quello che va fatto, è il modo in cui si vive meglio, a scuola, in città, in Italia, da bambini e da grandi. Ricordatelo sempre, vi prego: aiutarsi vicendevolmente è la cosa più importante che tiene insieme e fa vivere meglio. Auguri bambini e buono studio!».
Non è un caso che ultimamente il Presidente Mattarella abbia scelto i bambini quali interlocutori delle sue esternazioni: lo ha fatto per confidare, fuori dai pettegolezzi istituzionali, la sua intenzione di concedersi il riposo alla scadenza del suo mandato e lo ha fatto per parlare ai bambini affinché anche e soprattutto i grandi intendano. Un messaggio bellissimo e commovente nella sua essenziale ma coinvolgente semplicità, oserei dire deamicisiana. Parola d’ordine: aiutarsi!
Mi permetto di rivolgere al Presidente, assieme ad un caloroso ringraziamento, un timido invito: l’Italia, gli italiani, i bambini e i grandi hanno ancora bisogno del suo aiuto. Rimanga ancora un po’ a sostenerci perché abbiamo tanti problemi in tutte le materie, siamo in difficoltà in tutti i compiti, facciamo fatica a camminare. Ci aiuti a vivere nel segno della solidarietà, a capire che, per usare e ripetere le sue parole, “aiutarsi vicendevolmente è la cosa più importante che tiene insieme e fa vivere meglio”.