28/01/2018

Letture bibliche nella liturgia del giorno

 

Deuteronomio 18,15-20; Salmo 94; 1 Corinti 7,32-35; Marco 1,21-28.

 

Riflessione personale

 

Mia madre, così come era rigorosa ed implacabile con gli anziani, era portata a giustificare chi delinqueva, commentando laconicamente: “Jén dil tésti mati”. Allora mio padre, in un simpatico gioco delle parti, ricopriva il ruolo di intransigente accusatore: “J én miga mat, parchè primma äd där ‘na cortläda i guärdon se ‘l cortél al taja.  Sät chi è mat? Col che l’ätor di l’à magnè dez scatli äd lustor. Col l’é mat!”.

Matti o delinquenti? Indemoniati o malati mentali? Poco importa! Gesù li guarisce, ci guarisce tutti. Non tanto coi miracoli, ma col miracolo dei miracoli che è la sua morte in Croce. Quando abbiamo qualche grosso problema proviamo a pensare a Lui, quando ha detto, prima di morire, “tutto è compiuto”. In quel “tutto” ci sta sicuramente anche la nostra sofferenza, c’è l’antidoto ai nostri mali: non spariscono, ma trovano una spiegazione, l’unica possibile.

Magra consolazione? Quando qualcuno definiva assurda ed illusoria la risposta della fede ai misteri della vita, della morte e dell’aldila’, mio padre, che peraltro non era un cattolico praticante, era solito rispondere: “Alóra, catni vùnna ti !!!”.