Il rispolverato armamentario fascista

Scrive un lettore di Jesus, il mensile edito dai Paolini, a commento di un’analisi del giornale: «Il solito vizio catto-comunista di tacciare per fascisti e razzisti quelli che cercano di ragionare sull’attuale invasione degli immigrati, invasione tollerata in vista di un voto domani, diciamolo chiaro».

Mi chiedo: dove sono e chi sono coloro i quali cercano di ragionare sugli immigrati? I politici che di questo argomento fanno una bandiera non ragionano, ma seminano solo paura e intolleranza. Ad essi rispondono manifestazioni razziste, blitz squadristi e aggressioni verbali e fisiche, che si sono ripetute con crescente frequenza in questi mesi, nelle grandi città come nelle piccole realtà di provincia. A Macerata siamo arrivati ad un episodio di autentica delinquenza accompagnata da una tragica nostalgia fascista. Si scende in strada e si spara a casaccio contro gli immigrati, sbandierando il tricolore, ripetendo saluti fascisti, richiamando parole d’ordine e simboli razzisti: un’iniziativa molto probabilmente di carattere individuale, che costituisce tuttavia l’ennesimo sintomo di un pericolosissimo malessere socio-culturale, la conseguenza clamorosa, e speriamo isolata, di un modo di pensare molto più largo e condiviso di quanto si voglia far credere.

Secondo il segretario della Cei Nunzio Galantino, quando si arriva alla violenza, magari perpetrata in gruppo e programmata, ridimensionare il tutto a “ragazzate” non è più accettabile.

Non dobbiamo retrocedere a pura follia folkloristica la punta dell’iceberg di un autentico vento autoritario, antisemita e xenofobo. che sta riciclando il grande arsenale propagandistico della paura del comunismo, che almeno una ragione politica ce l’aveva, in un armamentario anti immigrati.

Il mensile Jesus, a cui ho volutamente fatto riferimento, intitola così una sua lucida e coraggiosa inchiesta: “Fascismo, rinascita di una tragedia?”. Non credo si tratti di allarmismo, non penso si stia esagerando con i fantasmi del passato, non ritengo si tratti di vizio catto-comunista: certi fenomeni vanno aggrediti subito, senza tentennamenti e indulgenze, anche perché sono espressione, seppure impazzita, di un diffuso sentimento anti-immigrato basato oltre tutto su dati fasulli e analisi “farlocche”.

Ma il mensile Jesus suona un allarme che riguarda anche il mondo cattolico: le organizzazioni cristiane impegnate con i migranti sono tra gli obiettivi delle azioni squadriste, mentre gruppi di destra si stanno avvicinando alle frange ultratradizionaliste. Le pulsioni reazionarie che rimproverano a papa Francesco la sua posizione sui migranti, non sono numericamente consistenti, ma si comportano come fossero la metà della Chiesa cattolica. In Europa stiamo andando verso un muro di Berlino cristiano? Solidarietà contro identitarismo.

Cosa c’è dietro il ritorno della xenofobia che si salda con il populismo? C’è il nero che avanza? Discorsi preoccupanti, oserei dire inquietanti. Meglio un eccesso di prudenza di una sbrigativa alzata di spalle. Perché non bisogna dimenticare che resistenza (nel cuore e nel cervello), costituzione (alla mano), repubblica (nell’urna) impongono una scelta di campo imprescindibile e indiscutibile: sull’antifascismo non si può scherzare anche se qualcuno tra revisionismo, autocritiche, pacificazione, colpi di spugna rischia grosso, non capendo che coi vuoti di memoria occorre stare molto e poi molto attenti e che (come direbbe mio padre) “ in do s’ ghé ste a s’ ghe pól tornär “.