A puttane con Robin Hood

La Flat tax, tassa forfetaria, è un sistema fiscale proporzionale ad aliquota costante. La Costituzione Italiana all’art. 53 recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.

Mi sembra che il contrasto sia piuttosto evidente e quindi i casi sono due: o chi propone la flat tax fa una delle tante promesse da marinaio, oltre tutto assai problematica a livello di quadratura dei conti pubblici, oppure intende stravolgere lo spirito e la lettera della Costituzione. Ci si è strappate le vesti per molto meno in occasione delle riforme costituzionali sottoposte al referendum di fine 2016.

Il ragionamento (?) di quanti inseriscono questa novità nel programma elettorale si basa su due discorsi: pagheremo tutti meno tasse e le faremo pagare a quanti non le pagano (ammorbiditi nel loro intento evasivo); meno tasse, più investimenti, più sviluppo economico, più lavoro, più benessere.

Il primo punto sembra una versione ancor più demagogica del famoso intento di Robin Hood “togliere ai ricchi per dare ai poveri”. Si tratterebbe, detto come va detto, di togliere ai poveri per dare ai ricchi. Il mondo cambia, le regole vanno riviste, ma i ricchi e i poveri ci sono ancora e non riesco a capire come si possa mescolarli in questa equivoca ricetta tributaria.

Il secondo punto assomiglia molto alla storiella della ricottina sulla testa della contadinella illusa di diventare regina: la consequenzialità economica miracolistica finisce nel nulla realistico del “chi ha dato ha dato”.

Si tratta della più grossa “balla elettorale” mai ascoltata. Temo che gli Italiani possano cascarci: nel 1994 e seguenti pensarono ingenuamente (?) che votare per un soggetto capace di arricchirsi in proprio avrebbe garantito una politica capace di arricchire tutti. Se è stato bravo nel costruire una ricchezza per sé, lo sarà anche per noi… Provare per credere. La prova diede esiti disastrosi.

Oggi il meccanismo si ripete: un soggetto, che è stato fra l’altro condannato per frodi fiscali ed a cui viene conseguentemente inibita l’assunzione di cariche pubbliche, propone di pagare tutti meno tasse. Provare per credere.

Mi aspetto che prima della fine della campagna elettorale Silvio Berlusconi proponga un bunga-bunga generale: se lui se l’è saputa spassare, perché noi no? Provare per credere.

Il discorso, a giudicare dai sondaggi, è paradossale fino a mezzogiorno.

Un simile personaggio, in discreta compagnia con gli estremisti della sua parte, sta quadrando il cerchio del centro-destra: tu dai l’europeismo a me, io do a te meno tasse e più pensioni. Alla fine andremo tutti a…puttane.