Mi convinco sempre più che i continui episodi di violenza sulle donne non siano da considerare, combattere e prevenire quali puri atti di machismo, ma debbano essere visti come gesti rientranti in una precisa, anche se talora inconsapevole, strategia: mortificando, maltrattando, umiliando, uccidendo le donne si pregiudica il progresso della società, da tutti i punti di vista, quindi umanamente, economicamente, socialmente, religiosamente, politicamente.
Tutte le religioni, in primis l’Islam, vivono di rendita sul ruolo subordinato della donna. Le prime pagine della Bibbia sono eloquenti: la demonizzazione della donna è tutto un programma e prelude a millenni e secoli di oppressioni, torture, maltrattamenti. Il concetto del ruolo della donna è sempre stato ed è la cartina di tornasole, la prova del nove per misurare l’oscurantismo e il conservatorismo di ideologie, filosofie, dottrine, regimi, movimenti.
Se una donna viene violentata è perché la si vuole ridurre a mero strumento di piacere, a oggetto usa e getta, ad essere inferiore. Il messaggio è chiaro: stai al tuo posto, subisci, taci, sopporta, non alzare la testa, non accampare diritti, il mondo non ti appartiene, è dei maschi.
Fintanto che permarrà, più o meno apertamente, questa mentalità, non faremo passi avanti, resteremo bloccati. La tattica è anche subdola perché da l’impressione al mondo femminile di emanciparsi sul piano meramente erotico, mentre così facendo si incallisce ancor più la mentalità “della bambola gonfiabile”. Il facile guadagno legato all’erotismo (dalla prostituzione all’uso commerciale del proprio corpo) illude e confonde le idee. Le carriere fulminanti a forza di battaglie di letto orientano in modo fuorviante le giuste ansie e aspirazioni femminili.
La parità e la dignità della persona, la libertà religiosa, la solidarietà, il bene comune, la giustizia, la pace dipendono dall’apporto della donna. Ogni volta quindi che viene violata una donna, non solo si commette un reato contro la persona, ma si compromette l’evoluzione positiva della società. Anche il fenomeno dell’immigrazione è inquinato a questo livello: c’è in atto una vera e propria tratta delle ragazze di colore costrette a prostituirsi, minacciate, torturate, seviziate. Ho letto parecchie volte cronache e storie agghiaccianti al riguardo: roba da brividi. Siamo capaci di usare gli idranti contro i profughi, ma non abbiamo il buongusto di intervenire a gamba tesa sugli sfruttatori peraltro ben noti alle forze dell’ordine.
Il branco non è solo un fenomeno di giovani esaltati, è lo strumento di persecuzione al fine di evitare lo squarcio al femminile delle nubi che oscurano il mondo. Non penso di esagerare. Tutto dipenderà dalla forza d’animo delle donne, dalla loro capacità di lotta. Non illudiamoci di vincere questa battaglia con qualche legge pur necessaria, con una repressione che rimane sempre piuttosto debole: si tratta di un cambio di mentalità, in cui peraltro le religioni sono di ostacolo e non di aiuto.
Ho letto le anticipazioni di un libro-guida al vangelo di Giovanni che offre spunti interpretativi interessanti sul protagonismo femminile: Gesù era un vero femminista, i suoi discepoli no. Anche la Chiesa cattolica deve fare ancora molta strada.