Non so se si tratti di incoscienza difensiva o di irragionevole sottovalutazione, ma non riesco a prendere sul serio il ping-pong delle minacce bellicistiche tra Usa e Nord Corea. Sarà probabilmente tutta colpa delle ridicole immagini dei due guerrafondai da operetta. Kim Jong-un sembra un bambinone cresciuto troppo in fretta che gioca coi missili delle play-station; Donald Trump sembra un imbellettato vecchio giocatore di poker che si illude di risolvere tutto bluffando al rialzo.
Da una parte ci sarebbe di che essere terrorizzati dallo scontro fra questi due nani che giocano alla guerra, dall’altra si può solo sperare che due simili imbecilli non trovino la freddezza e il coraggio per dichiarare guerra. L’uno è un dittatore patentato e storicizzato, l’altro è un presidente incapace e improvvisato.
Sembra di assistere alla scenetta tra i due sordi, che tanto piaceva a mio padre. Uno dice all’altro: “Vät a lét?” ; l’altro risponde: ” No vagh a lét”. E l’altro ribatte: “Ah, a m’ cardäva ch’a t’andiss a lét”.
Forse non li sta prendendo sul serio nessuno: Russia, Cina, Giappone, Europa e financo Corea del Sud nicchiano. Non vorrei però che prima o poi potesse succedere quel che pronosticava mio padre con gustosa acutezza: «Se du i s’ dan dil plati par rìddor, a n’è basta che vón ch’a guarda al digga “che patonón” par färia tacagnär dabón».
Mi fido di papa Francesco che respinge aprioristicamente la guerra, bollandola con la sua spietata visione scoordinata e continuativa: un focolaio qui, uno scoppio là, una battaglia oggi, una battaglia domani e via di questo passo.
Negli Usa l’establishment trumpiano, che non riesce a trovare e forse non troverà mai un assetto credibile e stabile, probabilmente non crede alle minacce presidenziali e le usa solo quali deterrenti sul confuso e complesso scacchiere internazionale; il popolo americano mi fa paura, perché, pur nella stanchezza delle inutili guerre che lo hanno tristemente coinvolto negli ultimi tempi, si è lasciato trasportare da una deriva populista di cui non vede e non sa gli sbocchi futuri.
Difficile considerare cosa stia succedendo in Nord Corea: un misto irrazionale e vecchia maniera tra comunismo cinese e sovietico, una dittatura che resiste all’usura del tempo, una pedina che può sfuggire di mano a chi pensa di poterla utilizzare.
Fatto sta ed è che ci troviamo in balia di personaggi inqualificabili: se tutto sommato non ci sono saltati fuori Gorbaciov e Obama (che non hanno potuto lavorare assieme), cosa potranno combinare Putin e Trump alle prese con le loro squallide ed esplosive megalomanie. Se tanto mi dà tanto…