La stazione dei carabinieri di Aulla è nell’occhio del ciclone per un’indagine che prende di mira clamorosamente ben ventitré carabinieri per numerosi reati, lesioni, falso in atti, abuso d’ufficio, rifiuto di denuncia, sequestro di persona, violenza sessuale e possesso di armi. Non voglio precipitare giudizi e sentenze: siamo solo a livello di indagine e bisogna andare molto adagio prima di buttare croci addosso a chiunque. Molti cittadini hanno espresso solidarietà agli indagati dubitando dell’attendibilità di coloro che li stanno accusando e temendo errate o esagerate interpretazioni da parte della Procura della Repubblica. È in carcere un brigadiere, tre militari sono agli arresti domiciliari, altri quattro sono colpiti dal divieto di dimora in provincia di Massa.
Se da una parte (magistratura e cittadinanza) emerge l’intaccato l’alto apprezzamento per l’Arma dei carabinieri, dall’altra procuratore e giudice per le indagini preliminari insistono sulla evidenza dei reati commessi e sul quadro inquietante di pubblici ufficiali che si considerano al di fuori e al di sopra delle leggi dello Stato. Sì, le Istituzioni sono sane anche se i trasgressori ne intaccano sostanzialmente la credibilità e ne minano la serietà.
L’atteggiamento arrogante di questi carabinieri (dobbiamo essere come la mafia, si sarebbero detti fra di loro) e la gravità dei reati loro ascritti (mi riferisco soprattutto alle violenze sessuali) non possono essere sottovalutati. Certi comportamenti assunti dai tutori dell’ordine diventano doppiamente colpevoli, in quanto messi in atto da persone che ci dovrebbero proteggere, mentre invece sembrerebbe che facciano esattamente l’opposto. Non credo che la magistratura abbia infierito o che abbia agito con leggerezza. Staremo comunque a vedere il prosieguo della vicenda giudiziaria, sperando che non venga messo tutto a tacere per carità dell’Arma, considerata una sorta di intoccabile seconda mamma degli italiani.
Non so perché, ma sulla gravità dei fatti in questione mi è venuto spontaneo un parallelismo con la gazzarra scatenata nell’aula del Senato dai Leghisti all’arrivo della legge sullo ius soli, appoggiata all’esterno da manifestazioni promosse da Forza Nuova e Casa Pound con abbondanza di cori e saluti fascisti: nell’aula di Palazzo Madama ci sono stati atti offensivi e aggressivi, gesti violenti (la ministra Fedeli contusa), insubordinazioni alla presidenza (Grasso mandato letteralmente e ripetutamente affanculo), etc. Episodi di questo tipo sono da condannare se avvengono in piazza o negli stadi, ancor più censurabili se si verificano in Parlamento ad opera di cittadini investiti di alte funzioni pubbliche come quella di senatore della Repubblica (d’altra parte la concomitanza tra i disordini in aula e le manifestazioni pseudo-fasciste nelle vie del centro romano la dicono lunga). Ognuno, carabiniere o parlamentare, deve avere coscienza del proprio ruolo e della propria responsabilità. Diversamente diventiamo una giungla di tutti contro tutti. Non si tratta di buonismo o di perbenismo, ma di rispetto per lo Stato e le sue Istituzioni, per i cittadini e la loro civile convivenza.
Sono sicuro che fra gli italiani c’è chi tifa per i carabinieri spregiudicati e violenti, chi simpatizza per i politici da bar o, peggio ancora, da stadio. Mi pare di ascoltarne le assurde ragioni: fanno bene, bisogna tirare giù, picchiare duro, farsi sentire, creare casino, etc. etc. Cari amici, andiamo avanti così e vedrete dove andremo a finire. Il senso dello Stato e delle sue Istituzioni, il rigoroso rispetto della legalità, il rifiuto categorico della violenza, l’adesione incondizionata ai principi democratici e costituzionali sono condizioni irrinunciabili: non è ammissibile che un carabiniere, approfittando della divisa che veste, abusi del proprio ruolo; non è accettabile che un parlamentare disonori il sistema fondato sulla democrazia con sceneggiate sostanzialmente razziste e strizzando persino di fatto l’occhio ai dimostranti neofascisti (proprio in questi giorni si è celebrato l’anniversario del sacrificio di Giacomo Matteotti, il suo sangue grida vendetta anche nei confronti di questi imbecilli che giocano con la nostra Repubblica); non è consentito che un gruppo di esaltati voglia impedire al Parlamento di legiferare in materia di cittadinanza (perché chi vive da tempo in Italia, chi ha studiato nel nostro Paese, chi ne accetta e rispetta le regole non dovrebbe avere diritti e doveri da cittadino? Solo perche Salvini e c. fanno una vergognosa cagnara e strumentalizzano certi disagi e certe difficoltà?). Se a qualcuno questa democrazia non sta bene, abbia il buongusto di emigrare (veda un po’, per assonanza di mentalità fascisteggiante, può scegliere tra gli Usa di Trump, la Russia di Putin e la Turchia di Erdogan): ci sarà più spazio per gli immigrati e i nuovi italiani. Si avrà un certo benefico ricambio.