L’estrat äd confuzion

Interni ed esteri si accavallano, in un punto stampa di appena 15 minuti. Dall’Italia giunge anche la polemica sulle parole del ministro Valditara su immigrazione e violenza sulle donne. Meloni gira al largo ma in sostanza non critica pubblicamente il ministro leghista dell’Istruzione, anzi tende a “giustificarlo”. La premier rimarca l’«incidenza significativa dell’immigrazione illegale di massa» sul fenomeno, ma per aggiustare il tiro ammette che la questione è più ampia, «ci sono anche delle ragioni culturali, aumenta la violenza proprio mentre le donne acquisiscono più spazio», e quindi l’azione del governo è «a 360 gradi».

Molto più decisa la “difesa” del sottosegretario alla Giustizia Delmastro Delle Vedove sui detenuti che lo Stato non fa «respirare» dietro i vetri oscuri dei mezzi della Penitenziaria. La premier è gelida: «Delmastro gode nel vedere non respirare la mafia, questo ha detto, se questo vi scandalizza ne prendo atto». La difesa della premier si fonda sul contesto in cui il sottosegretario ha pronunciato la frase.

C’è modo anche per tornare sul caso-Musk, sulle parole del magnate e ormai membro del futuro governo Usa contro i giudici italiani. Meloni sta con Mattarella “ma anche” con il suo amico imprenditore. «Le parole del presidente della Repubblica sono state importanti – dice la premier a proposito della difesa della sovranità nazionale a opera del Colle -. Sono sempre contenta quando si difende la sovranità nazionale. Mi fa sorridere la sinistra che si straccia le vesti dopo essere andata a Scholz di dire chi votare in Italia e a chiedere all’Ue di aprire una procedura d’infrazione contro il Paese. Tra le tante imprese che Elon Musk ha portato a casa c’è anche quella di aver costretto la sinistra a rivendicare la sovranità nazionale, è più difficile che andare su Marte». (dal quotidiano “Avvenire” – Marco Iasevoli)

Se non erro esiste una simpatica commedia dialettale parmigiana che si intitola “L’estrat äd confuzion”. Giorgia Meloni ne fa e ne dà un’interpretazione politico-romanesca. Il ministro Valditara ha ragione (come si fa a non colpevolizzare l’immigrazione illegale su tutto il fronte delle malefatte?), ma ha anche torto (come si fa a negare che la violenza sulle donne avvenga soprattutto in ambito famigliare?). Il sottosegretario Delmastro invece deve essere contestualizzato. Vi ricordate la contestualizzazione delle bestemmie di Berlusconi? Ora abbiamo la contestualizzazione in chiave antimafia delle cazzate di Delmastro.

Dulcis in fundo, il presidente Mattarella ha trovato un’interpretazione autentica delle sue parole: Mattarella difende la sovranità nazionale, ma Elon Musk non ha tutti i torti in quanto indirettamente costringe la sinistra a schierarsi con Mattarella e a convertirsi al patriottismo.

Simili contorsioni mentali sono degne della peggior politica politicante possibile e immaginabile. Alcuni miei conoscenti sostengono che Giorgia Meloni sia intelligente. Alla mia motivata contestazione ripiegano sul fatto che la premier sarebbe furba (forse furbastra rende meglio l’idea). Secondo un detto popolare, la furbizia è l’intelligenza degli stupidi.

Falstaff giustifica le goffe sconfitte, incassate con le sue ardite ma innocue avventure, con un “Son io che vi fa scaltri. L’arguzia mia crea l’arguzia degli altri”. Avrà Giorgia Meloni l’ironica umanità per adattare questa giustificazione al proprio comportamento politico? Difficile, anche perché l’arguzia degli altri (intendo i cittadini elettori) è tutta da verificare nel tempo e nello spazio. Per ora sembra più un rassegnato compatimento per una pericolosa furbacchiona.