«Non c’è alcun dubbio che la presidenza Trump farà grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l’Europa. Non necessariamente tutto in senso negativo, ma certamente noi dovremo prenderne atto. Mi auguro che ritroveremo uno spirito unitario con cui riusciremo a, come dire, trovare il meglio da questi grandi cambiamenti. Andare in ordine sparso? Siamo troppo piccoli, non si va da nessuna parte. L’Ue è pronta a una eventuale guerra commerciale con gli Stati Uniti? Ho appena detto che bisogna negoziare con l’alleato americano, in maniera tale da proteggere anche i nostri produttori europei». Mario Draghi osserva anche che le indicazioni del Rapporto sulla competitività in Europa, «già urgenti, data la situazione economica in cui siamo oggi», ora «sono diventate ancora più urgenti dopo le elezioni negli Stati Uniti, perché, avverte «non c’è alcun dubbio che la presidenza Trump farà grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l’Europa». «Non necessariamente – osserva l’ex presidente del Consiglio – tutto in senso negativo, ma certamente noi dovremmo prenderne atto. Dal punto di vista della prospettiva del Rapporto, quindi del rilancio della competizione in Europa, un paio di cose che vengono in mente sono che questa amministrazione sicuramente darà grande impulso ulteriore al settore tecnologico, al cosiddetto high tech, dove noi siamo già molto indietro e questo è il settore trainante della produttività». «Già ora – ricorda Draghi – la differenza della produttività tra gli Stati Uniti e l’Europa è molto ampia, quindi noi dovremmo in un certo senso agire e gran parte delle indicazioni del Rapporto vanno proprio solo su questo tema». «L’altro esempio – rileva – è che sicuramente si sa poco cose di quello che succederà esattamente, ma una sembra più sicura delle altre, e cioè che Trump tanto impulso lo darà nei settori innovativi e tanto proteggerà le industrie tradizionali, che sono proprio le industrie dove noi esportiamo di piu’ negli Stati Uniti». «Quindi – è la via indicata da Draghi – lì dovremo negoziare con l’alleato americano, con uno spirito unitario in maniera tale da proteggere anche i nostri produttori europei». (dal quotidiano “Avvenire”)
Gradirei che Mario Draghi mi spiegasse quali possano essere le conseguenze positive per l’Europa derivanti dalla presidenza Trump. Solo un pragmatico filoamericano come lui le può vedere e magari anche coltivare. Io vedo nero! Mia sorella voleva far bere agli arabi il petrolio con cui ci ricattano dal punto di vista politico-commerciale, ma la nostra economia dipende dal petrolio quindi… Ora bisognerebbe poter reagire con altrettanti dazi a quelli prevedibili sulla sponda americana: la guerra dei dazi. In questo ha perfettamente ragione Draghi quando sostiene che non c’è alternativa al negoziato con l’alleato (?) americano.
Bisognerebbe però presentarsi a queste trattative non in europeo ordine sparso, ma con una Ue unita se non addirittura compatta. Qui viene il bello. D’altra parte Trump non ha forse patrocinato la brexit e non lascia intendere di patrocinare subdolamente gli intendimenti divisivi dei sovranisti europei?
Ogni simile ama il suo simile! Effettivamente l’unica conseguenza positiva che vedo, peraltro solo in teoria, è quella di una spinta al rilancio unitario della Ue. Teniamo conto poi che anche Trump non potrà andare contro tutti e tutto, avrà pur bisogno di qualche alleato sulla scena internazionale. Saranno pronti gli europei a smettere le serenate occidentali almeno per parlare di affari con gli Usa.
Mi sembra che la missione in Cina del presidente Mattarella abbia avuto proprio il significato di rompere l’eventuale accerchiamento doganale da cui l’Europa e l’Italia potrebbero essere condizionati. Occorrerebbe un grande livello della classe politica europea, cosa che non vedo nel modo più assoluto. Il governo italiano traccheggia, i suoi esponenti più ignoranti stanno cercando di salire sul carro del vincitore, non abbiamo politica estera da tempo, in Europa non contiamo niente e giochiamo a nascondino. Peggio di così. Sulla già insipida e poco appetitosa torta europea mancava solo la ciliegiona Trump…