Il perbenismo è il miglior tifoso della guerriglia

In questi giorni si sono verificati tre episodi di guerriglia (?) giovanile, molto diversi fra di loro, che meritano un commento provocatorio, sopra le righe del perbenismo imperante: l’attacco in Olanda agli ebrei tifosi di una squadra di calcio israeliana; gli scontri a Bologna tra giovani di opposte fazioni politiche; la guerriglia a Torino fra giovani a latere del derby calcistico fra Juventus e Torino.

Il primo episodio viene sbrigativamente bollato come atto di odio antisemita scatenato dalla guerra in atto in medio-oriente. Vi è certamente dell’odio, ma rendiamoci conto che l’odio viene alimentato proprio dalle guerre e quindi chi fa le guerre se lo va a cercare o forse addirittura serve alle ingiustificate cause belliche e rimarrà nel tempo ad impedire ogni e qualsiasi coesistenza pacifica. Non scandalizziamoci quindi, ma lavoriamo alacremente per evitare di rinfocolare conflitti etnici e razziali. Cosa rispondiamo a coloro che sfogano la propria rabbia contro il primo nemico storico che incontrano? Che Netanyahu è un bravo ragazzo che merita rispetto e comprensione? Che i palestinesi sono una brutta razza terroristica che merita di essere cancellata? Che bisogna quindi tifare per Israele? Che l’Occidente deve essere amico di Israele a prescindere dai crimini di cui si sta macchiando? Che la vendetta è il miglior deterrente alla guerra e la strada maestra per giungere alla pace? Purtroppo le manifestazioni di odio antisemita rientrano perfettamente in un clima che stiamo conservando, alimentando e difendendo, poi non stupiamoci.

A Bologna i collettivi antifascisti e Casapound si sono fronteggiati a distanza in via Indipendenza: da una parte il corteo antifascista, sulle scalinate del Pincio pronto eventualmente a scendere in via Indipendenza. Dall’altra parte in via Boldrini invece c’era il corteo di Casapound, con bandiere tricolori e del movimento politico di estrema destra. Dopo gli scontri tra manifestanti e polizia che ha cercato di bloccare la discesa dei collettivi antifascisti dalle scalinate del Pincio, la situazione è tornata ad una relativa calma, con i collettivi che hanno cercato di procedere verso l’autostazione.

Il ministro degli Interni Piantedosi ha chiesto che la politica prenda le distanze da questi facinorosi. La politica non deve prendere le distanze, ma deve capire e analizzare le situazioni che stanno a monte di questa rabbia giovanile, prevenirle nella chiarezza del giudizio e nel ripudio del metodo violento. Aldo Moro di fronte alla foto di un giovane che sparava durante una manifestazione di protesta non si limitava a condannare sdegnosamente, ma si chiedeva anche e angosciosamente il perché di questo ricorso alla violenza estrema, lasciando intendere come la politica dovesse interrogarsi sulla protesta giovanile per potere capirne e prevenirne le cause. Due approcci molto diversi, due diverse concezioni della politica.

Il ministro Piantedosi abbia il coraggio di affermare che l’antifascismo è sacrosanto, ma non si fa copiandone la violenza; di affermare che il fascismo è da rifiutare in toto e non si possono ammettere forze sociali che ad esso inneggiano. Il difetto sta nel manico della politica equivoca e nel conseguente manganello della polizia. Non si può chiedere alla sinistra di prendere le distanze dai cortei antifascisti, mentre la destra resta imbarazzata a guardare e coltivare i propri virgulti neofascisti. Mi rifiuto categoricamente di mettere sullo stesso piano le proteste pur sbracate dei giovani antifascisti e quelle dei giovani neofascisti. Il ministro Piantedosi la smetta di fare il Ponzio Pilato e impari a gestire seriamente l’ordine pubblico sforzandosi di andare oltre la mera repressione per comprendere ciò che lo mette in crisi.

Maxi rissa nella zona della Gran Madre tra un centinaio di tifosi della Juve e del Toro, a poche ore dal derby. Con gli insulti e le minacce sono volate sprangate e cinghiate, cazzotti e calci a chi è rimasto in terra nella caccia all’uomo che si è scatenata lungo via Lanfranchi e via Villa della Regina. La solita piva del tifo violento, che viene tollerato o addirittura vezzeggiato dalle società calcistiche in quanto funzionale al sistema (sono emersi recentemente al riguardo episodi inquietanti). Come mai la polizia interviene morbidamente in questi casi mentre usa il pugno di ferro nelle manifestazioni degli studenti e di chi protesta contro il potere? Fateci caso…