I sogni nella stiva

L’accordo su Fitto e Ribera come vicepresidenti della Commissione europea. Dopo giorni di veti incrociati sui candidati commissari di Italia e Spagna, si è trovata l’intesa tra Ppe, S&D e Renew, che verrà formalizzata alla plenaria del Parlamento europeo del 27 novembre. Alla fine l’accordo è arrivato in tarda serata. Dopo giorni di veti incrociati, popolari e socialisti si sono accordati per approvare la prossima Commissione europea. La commissione Affari regionali del Parlamento europeo ha dato il via libera alla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla coesione, mentre le commissioni Affari Economici, Industria e Ambiente hanno dato l’ok alla socialista Teresa Ribera come vicepresidente con deleghe alla concorrenza e al clima. Il via libera è arrivato anche per gli altri vicepresidenti esecutivi, Kaja Kallas, Roxana Mînzatu, Stéphane Séjourné, così come per il commissario ungherese con delega alla Salute e al Benessere animale, Olivér Várhelyi, seppure con le deleghe ridotte. (da Linkiesta)

Nella formazione della Commissione europea hanno giocato fattori di equilibrio geografico e fattori di equilibrio politico. Difficile garantire agli Stati membri una rappresentanza a prescindere dall’indirizzo politico dei loro governi; altrettanto difficile far prevalere l’indirizzo politico europeista sulle pretese degli Stati a vedersi comunque rappresentati; assai arduo tenere in vita un’alleanza tra socialisti e popolari di cui Ursula von der Leyen dovrebbe essere il perno, evitando il rischio che ella tiri a campare a tutti i costi andando per la tangente al fine di non tirare le cuoia.

Ursula ha bisogno di Giorgia quale terza gamba (di riserva) per sostenere una grande coalizione vieppiù scricchiolante; Giorgia ha bisogno di Ursula per rimanere nei giochi europei e internazionali che le consentono di coprire i propri enormi buchi a livello nazionale. É penoso che la politica europea si riduca a questi compromessi di bassa macelleria. Sì, perché le impuntature socialiste contro l’italiano Fitto e popolari contro la spagnola Ribera altro non sono che un paravento dietro cui trovare equilibri di mero potere fra Stati che di europeismo hanno ormai ben poco e fra partiti che di idealità e valori hanno solo un vago odore. Non scandalizziamoci poi se la Ue rimane nelle salde mani di uno sterminato esercito di burocrati, che non fanno gli interessi di Stati e partiti ma solo di loro stessi dandola inevitabilmente e politicamente su ai più forti.

Se i parlamentari europei, freschi di nomina, avessero un minimo di dignità dovrebbero far saltare gli accordi che si stanno delineando, ma anche loro terranno famiglia politica e lauto stipendio. Non vorrei essere, per certi versi, nei loro panni, condannati istituzionalmente all’irrilevanza, portati politicamente ad aderire a famiglie degeneri, costretti ad alzare la mano per non regalare anzitempo l’Europa al barbaro invasore Donald Trump.

Se fossi un parlamentare europeo voterei contro la Commissione nella sua interezza e non mi accontenterei di votare contro Raffaele Fitto che non rappresenta né l’Italia europeista né l’Europa unita. Sarebbe giusto che i cittadini europei tornassero alle urne per eleggere un Parlamento capace di avviare un processo in linea con gli interessi dei Paesi europei e con le aspettative di un mondo che si sta crogiolando nel disordine totale.

Non ho idea se questa eventualità possa essere ammessa e praticata. Sarebbe troppo pericoloso per Macron e Scholz, ai quali tutto sommato va bene così (fino a quando?), per Orban e c., che possono continuare a stare con il piede economico dentro e quello politico fuori, per Giorgia Meloni, che rischierebbe di trovarsi isolata, troppo euroscettica per i Paesi trainanti, troppo europeista per i Paesi sovranisti.

Il sogno europeo, l’unico sogno sognabile, sta diventando giorno dopo giorno una triste realtà. Mi resta soltanto l’orgoglio di aver votato, alle recenti elezioni europee, fuori dagli schemi, sprecando il voto sull’altare dell’europeismo, del pacifismo e dell’ecologismo. Lasciatemi almeno la libertà di sognare, costa poco e fa bene all’anima e al corpo.