Ha tentato un furto in un bar con un complice ma è stato affrontato dal proprietario e da un nipote che lo hanno ucciso a colpi di forbice. I due esercenti, di nazionalità cinese, sono stati arrestati dalla polizia con l’accusa di omicidio, e i trovano ora a San Vittore a disposizione della magistratura
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La giustizia però è già stata fatta sui social, in pochi minuti di processo sommario e senza appello: ma al morto. «La prossima volta eviti di rubare e vai a lavorare delinquente…Non ci mancherai», «A vedere il profilo e il tipo di persona, era inevitabile che facevi sta fine prima o poi, ben ti sta…», «Io sto con il cinese», «un delinquente in meno». C’è anche chi prova a mostrare un po’ di umanità: «Gioire per la morte di un ragazzo è qualcosa di raccapricciante. Si, ha rubato, si avrà avuto problemi con la giustizia ma è stato ucciso e fino a prova contraria non era armato, stava cercando di scappare. Qui siamo tutti bravi a giudicare, dietro la tastiera! Che tristezza, profonda!». (dal quotidiano “Avvenire”)
Inquietante l’episodio, tragico l’epilogo, agghiacciante la reazione sui social. Se si pensa di combattere la delinquenza a colpi di forbice vuol dire che stiamo diventando tutti delinquenti. Non mi permetto di giudicare le persone protagoniste di questo triste fatto, ma non posso esimermi dal riflettere sul far west che stiamo imbastendo. È questo il senso di sicurezza che vogliamo instaurare? Fondato sulla vendetta? Basato sul farsi (in) giustizia da soli?
Il mondo va così, forse è sempre andato così, le guerre ne sono la dimostrazione. Ma, per l’amor di Dio, non facciamoci contagiare dal clima di violenza che imperversa. C’è qualcosa di demoniaco in questa deriva. A livello personale l’unica risposta plausibile alla violenza delinquenziale è la non violenza della rettitudine e della conversione. A livello sociale la giustizia deve colpire i colpevoli, ma non li deve ammazzare. A livello politico guai a soffiare sul fuoco dell’insicurezza.
Qualcuno dirà che si tratta di buonismo. Può anche darsi, ma preferisco il mio “paradisiaco” buonismo al cattivismo dei giustizieri dell’inferno. Altri dirà che si fa presto a pontificare senza provare l’esperienza dell’esser colpiti dalla delinquenza altrui. Anche questo può essere vero. Infatti mi disgusta più la sbrigativa e vendicativa reazione a freddo dei social che l’eccesso reattivo a caldo da parte delle vittime del furto.
Vediamo almeno di condividere profonda tristezza, di portare pietoso rispetto per la morte di un ladro e di provare umano rincrescimento per la vita “rovinata” di chi ha subito il furto. In fin dei conti sono (e siamo) tutti vittime della violenza al di là degli errori commessi e delle relative attenuanti. Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso, impegniamoci perché la società sappia migliorarsi, chiediamo alla politica di non infuocare i problemi, ma di affrontarli seriamente.