A me (non) interessa il (non) governo

Sul mio innato interesse alla politica la dice lunga un piccolo grazioso episodio che fece andare in visibilio mia nonna materna (lei così austera si addolciva con un nipote, che forse le assomigliava molto). Ero andato con mia madre e mia nonna a trascorrere qualche giorno a Fabbro Ficulle (paesino in provincia di Terni), ospite del convento dove viveva mia zia suora Orsolina. Avevo quattro-cinque anni, non ricordo con precisione. Pranzavamo in una saletta messa molto gentilmente a nostra disposizione ed in quella saletta vi era un apparecchio radio: la nonna gradiva ascoltarla durante il pasto, soprattutto le piaceva ascoltare il giornale radio. Un giorno al termine del notiziario politico me ne uscii candidamente con questa espressione: “Adesso nonna chiudi pure la radio, perché a me interessa il governo”. Lascio immaginare le reazioni di mia madre, ma soprattutto di mia nonna, incredula e divertita, che rideva di gusto, ma forse aveva anche fatto qualche pensiero su di me.

Ebbene, nella giornata di ieri ho ascoltato radio radicale (la diretta dal Senato dell’intervento del premier Meloni in vista del Consiglio d’ Europa), qualche sprazzo dei programmi de La 7 (in merito alla imminente e tanto pre-chiacchierata manovra economica del governo), la Rai (sull’entrata in funzione in Albania del centro per migranti). Non c’era più mia nonna ad ascoltare le mie reazioni, ma ho detto a me stesso: “Chiudi pure radio e televisione, perché a me interessa il governo, ma il governo in Italia non esiste…”.

Sulla politica italiana gravano tre enormi problematici macigni: una situazione pressoché disastrosa dei conti pubblici, un forte e inarrestabile flusso migratorio, un drammatico teatro bellico. Di fronte a questi nuvoloni nerissimi che si addensano sul cielo italiano, il governo dimostra la sua totale inconsistenza, evocando fasulli scenari rasserenanti: niente tasse, i migranti esportati in Albania, le guerre accettate come inevitabili inconvenienti.

Il bilancio dello Stato fa acqua da tutte le parti, però di lotta all’evasione non si parla e soprattutto non se ne fa nulla, di nuove tasse neanche ad ipotizzarne, nemmeno per i paperoni bancari a cui si chiede soltanto l’elemosina, la spending review non si prende in considerazione e si preferisce un taglio indiscriminato delle spese spalmato proporzionalmente sui centri di spesa ministeriali. Una manovra che lascia sostanzialmente le cose come stanno: il cittadino sprovveduto pensa di cavarsela così; il cittadino in difficoltà è rassegnato ad arrangiarsi; le banche possono stare tranquille; la Ue molto probabilmente, come si suol dire, la berrà da botte; il Fondo monetario internazionale farà i capricci ma verrà in qualche modo tacitato; i mercati finanziari guardano la botte piena e non si curano della moglie ubriaca e/o viceversa.

Il problema migratorio lo si affronta spacciando lucciole albanesi per lanterne europee: 16 profughi esportati a fronte di mille nuovi arrivi. È detto tutto! Si è passati dall’impossibile blocco navale al parolaio rimpatrio, dalla risolutiva (?) guerra agli scafisti alla criminalizzazione delle ong, dall’abusivismo migratorio ridotto a fonte di tutti i mali della delinquenza al fare finta di non vedere il delinquenziale sfruttamento dei migranti abusivi, dallo scaricamento del barile sulla Ue alle promesse di fare piazza pulita con tanto di demagogico respingimento al mittente dei disgraziati di turno. L’importante è dare l’impressione che il problema sia sotto controllo e, se qualcuno prima o poi si accorgerà del contrario, sarà tutta colpa della Ue e del buonismo di sinistra.

Quanto alle guerre si gira a vuoto attorno al demagogico appoggio all’Ucraina e all’acritica tolleranza verso Israele. Il tutto sulle orme degli Usa (Biden, Trump, Harris come dir si voglia), alla faccia di una diplomazia inesistente. E se, prima o poi, arriverà qualche schizzo di fango terroristico sarà tutta colpa dei pacifisti.

In estrema sintesi più che di malgoverno meloniano si può parlare di totale assenza governativa. Si è sempre detto che sarebbe meglio essere guidati da un balordo piuttosto che essere senza guida. Politica economica senza economia; politica migratoria senza migranti; politica estera senza opzioni di pace.

Stiamo giocando a mosca cieca. Dopo una selezione a sorte, un giocatore viene bendato (la “mosca cieca”) e deve riuscire a toccare gli altri partecipanti, che possono muoversi liberamente all’intorno. Il gioco è anche comico perché tutti gli altri tendono a fare smorfie e boccacce al malcapitato che brancola nel buio. Provate a proseguire la metafora e avrete una fotografia eloquente dell’attuale situazione politica italiana.

Gli scettici, non potendo darmi tutti i torti, mi rinfacceranno che anche i governi precedenti non brillavano per impegno e serietà. Risponderò “spannometricamente” che i governi del passato remoto post-bellico erano una roba discutibile ma seria, che i governi del passato prossimo, quelli della cosiddetta seconda repubblica sono stati prevalentemente improntati al malaffare del berlusconismo, quelli del post-berlusconismo, vale a dire del berlusconismo senza Berlusconi, sono il peggio del peggio, la sintesi progressiva dei mali. Ecco perché stiamo toccando il fondo della politica.

Se qualcuno insisterà, dicendo che tutto il mondo è paese, ribatterò che un mondo così malmesso come quello attuale non si sarebbe potuto immaginare. Giorgia Meloni è amica di Orban a livello europeo e di Trump a livello americano anche se fa finta di essere amica di Ursula von der Leyen e di tifare comunque per gli Usa. Si nasconde nel buio internazionale per illuminare il buio italiano. La corda che lega il sacco è l’opzione per i post-fascismi di casa nostra e di casa altrui.

E allora mi si dirà di smetterla di parlare di corda in casa dell’impiccato, di finirla una buona volta con gli allarmismi democratici antifascisti. In conclusione mi limiterò a ricordare quanto dice la Costituzione italiana.

Art. 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Art. 11. L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Art. 10. L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici.

Chiedo: vi sembra che l’attuale governo italiano sia in linea con il dettato costituzionale? Mi pare che si possa considerare come una sorta di Penelope, che, facendo finta di governare, disfa la tela costituzionale e ammicca ai Proci. Per nostra fortuna questa tela è di tessuto molto resistente…e spero che prima o poi ritorni un Ulisse che sconfigga i Proci.