Forza Italia è determinata a sostenere lo ius scholae malgrado gli attacchi della Lega. Ma la nota del Carroccio postata ieri sui social ha scatenato l’ennesimo braccio di ferro tra i due partiti di maggioranza. Per il leader azzurro Antonio Tajani è troppo.
«La legge sulla cittadinanza va benissimo così – recita il post leghista – e i numeri di concessioni (Italia prima in Europa con oltre 230mila cittadinanze rilasciate, davanti a Spagna e Germania) lo dimostrano. Non c’è nessun bisogno di ius soli o scorciatoie», scrive il partito di Matteo Salvini. Ma la goccia che fa traboccare il vaso è la foto che correda la nota: un fotomontaggio con i volti di Tajani e della segretaria del Pd Elly Schlein con la scritta “il Pd rilancia lo ius soli, FI apre un varco a destra”. (dal quotidiano “Avvenire”)
Mio padre sosteneva con molta gustosa acutezza: «Se du i s’ dan dil plati par rìddor, a n’è basta che vón ch’a guarda al digga “che patonón” par färia tacagnär dabón».
Mi sembra che l’aforisma paterno di cui sopra si attagli abbastanza ai finti cortocircuiti del centro-destra, che tutti da tempo chiamano destra e che invece i coalizzati cercano disperatamente di riportare ad una combinazione più aperta e articolata.
Forza Italia non perde occasione per distinguersi dagli alleati e quella della cittadinanza è indubbiamente una questione calda, riportata d’attualità dalle recenti Olimpiadi. Mi sembra tuttavia una pantomima continua e quasi programmata: far finta di non essere d’accordo, marciare divisi per catturare consensi fra gli elettori titubanti salvo poi colpire uniti quando veramente si fa sul serio.
C’è in atto una sorta di sfogatoio nella politica di destra, che rischia di essere uno sfigatoio per gli italiani che votano a destra. Se devo essere sincero, il volto buono di Tajani mi piace ancor meno di quello cattivo di Salvini. I perbenisti post-berlusconiani mi fanno rabbiosa tenerezza più degli anticonformisti post-bossiani. Tutto sommato preferisco le vannacciane pernacchie cattiviste ai forzitalioti sorrisetti buonisti.
Se gli stranieri in predicato di diventare cittadini italiani aspettano di risolvere il problema della loro integrazione con la stucchevole querelle Salvini-Tajani-Meloni, si devono mettere il cuore in pace e rimanere vita natural durante nel limbo degli apolidi. Per la verità finora non è che abbiano trovato grande accoglienza a sinistra: anche lì le preoccupazioni elettorali la fanno da padrone. Lo sfogatoio sempre in agguato nella politica di sinistra rischia di rappresentare uno sfigatoio per gli immigrati in cerca di patria.
Andando nel merito al problema degli immigrati e alla vera linea politica del governo di destra (sintetizzabile nell’accoglienza differenziata), mi fa sinceramente pena la diatriba sull’accertamento dei motivi che spingono i rifugiandi alla fuga dai loro paesi di origine. Ci sarebbero i rifugiandi di comodo? Pensate un po’, gente che scappa disperatamente e mette a repentaglio la propria vita, abbandona tutto, paga cifre pazzesche a scafisti senza scrupoli, si sottopone ad un viaggio in condizioni disastrose senza alcuna garanzia di arrivare a destinazione, rischia di morire annegata. E tra questi ci potrebbe essere un disperato di comodo? Ma fatemi il piacere. Arrivano e nessuno li vuole accogliere. Tutti li scansano e li sballottano di qua e di là, come se fossero dei rifiuti da far sparire: “cme i rosp al sasädi”. Poi c’è qualcuno che dopo aver lanciato il sasso nasconde la mano, anzi addirittura finge di porgerla in soccorso. Ma come è buono lei…