La spaziosa via politica della perdizione

“Il vice ministro Bignami annuncia per la decima volta un imminente decreto che risarcirebbe, questa volta per un massimo di 6000 euro, i mobili delle famiglie alluvionate. Il video prosegue poi con una tutt’altro che velata minaccia, di non stanziare nemmeno questa cifra palesemente insufficiente se non si interrompono immediatamente le critiche”.  Lo denuncia il sindaco di Ravenna Michele de Pascale. Il riferimento è a un comizio elettorale fatto in occasione delle comunali a Castel Bolognese (Ravenna) in cui il vice ministro dice che “sono pronti 6mila euro per ogni cittadino, ma – prosegue – se ci sono persone dirette o eterodirette dal Pd che vogliono continuare a fare di tutto ciò un’arma di lotta politica glielo diciamo con franchezza: siamo pronti anche a non darglieli”.     “Mi chiedo – dice de Pascale – se Bignami per i mobili di casa sua abbia speso più o meno di 6000 euro. Prendo invece atto che dopo i comunicati stampa miei e dei comitati la cifra proposta da Bignami è salita da 5000 a 6000 euro, lo informo che noi romagnoli non siamo soliti farci ricattare e se servirà sono disponibile a fare altri 24 comunicati fino a raggiungere la cifra richiesta di 30 mila euro”. (ANSA.it)

Sembrerebbe una fake news, sarebbe meglio perché invece è il segno di un degrado politico che sembra veramente inarrestabile. Si tratta della nuova forma di sfacciato clientelismo di Stato con tanto di subdola intimidazione se non addirittura di ricatto. Possibile che un rappresentante del governo arrivi a tanto?  Come minimo gli si dovrebbero chiedere immediatamente le dimissioni per manifesta indegnità a ricoprire una carica istituzionale. La società non è un mercato in cui il governo offre i suoi provvedimenti a prezzo del silenzio dei cittadini. Se la vogliamo girare, non si può ridurre il governo del Paese a bottega dove il cittadino compra quello che magari gli dovrebbe spettare a prezzo della propria omertà politica. Un voto di scambio allargato, imbellettato, istituzionalizzato, penalmente irrilevante ma democraticamente devastante.

C’era una volta (consideriamola una favola anche se credo non la fosse) un personaggio dotato di potere, non ricordo se pubblico o privato, che ammetteva di usare nei confronti delle donne, che si rivolgevano a lui per ottenere qualche burocratica attenzione, una regola di contraccambio così sintetizzata: “o sòld o figa”. Tutto sommato mi sembra meno grave dell’atteggiamento del vice-ministro di cui sopra: almeno quello della favola (?) non era ipocrita, era esplicito, mentre il governante in questione lascia intendere, abbozza, usa guanti di velluto istituzionale.

“Bignami, che è viceministro, invece di assumersi le sue responsabilità, millanta promesse, le ennesime e mai realizzate, e si permette di rivolgersi a chi ha subito le conseguenze di un’alluvione di fatto quasi ricattando. Adesso basta. La popolazione romagnola che ha reagito al disastro con grande dignità, con commovente solidarietà e con ammirevole coraggio non si merita questa vergogna. Non si merita di non aver visto ancora nulla di tutto ciò che è stato promesso. Presidente Meloni se proseguisse il suo silenzio sulle parole di Bignami significherebbe che le condivide e questo sarebbe gravissimo”. Lo dichiara Debora Serracchiani della segreteria nazionale Pd.

Debora Serracchiani ha perfettamente ragione, ma se Giorgia Meloni dovesse raccattare e smaltire tutte le merde che i suoi amici di partito e governo le mettono sulla strada, non farebbe altro per tutto il giorno. Ultimissima, al momento di andare in macchina, la vomitevole chat di Paolo Signorelli, portavoce del ministro Francesco Lollobrigida, con Fabrizio Piscitelli in arte Diabolik, risalente ad alcuni anni fa: nei messaggi che i due si scambiano su Whatsapp si legge tutto il peggior campionario possibile e immaginabile, dall’antisemitismo agli elogi ai terroristi neri, dalle felicitazioni per l’assoluzione di esponenti del crimine romano al più becero anticlericalismo. Paolo Signorelli si è autosospeso affermando che il contenuto di quei messaggi è lontanissimo dalla sua mentalità (forse si è ravveduto).

Io credo che questi assurdi e paradossali sodali dicano e facciano quello che rientra nel substrato socio-culturale di Giorgia Meloni (la nuova cultura egemonica). Gente che svolge il lavoro sporco e allora meglio far finta di niente. Non sono compagni (camerati pardon…) che sbagliano, è un sistema che porta bene al partito (alla lunga staremo a vedere) e male alla democrazia (su questo non ci piove).

Si dirà, come al solito, che è sempre stato così. Non è assolutamente vero! La politica aveva una sua dignità a prescindere dai contenuti. Poi ci si scandalizza se un giovane grida ad un ministro di andarsene a casa. Nel caso suddetto i cittadini romagnoli dovrebbero mandare Bignami a pulire i cessi delle loro città devastate dall’alluvione.

Mosè agli ebrei che, in sua assenza per un lungo colloquio con Jahvè, avevano costruito un vitello d’oro da adorare, si incazzò al punto che fece fondere la statua e fece bere il liquido ai suoi compatrioti traditori. Se tanto mi dà tanto, al dottor Bignami, servo-adoratore di mammona-politica, bisognerebbe far ingoiare un bel pacco di schede elettorali segnate magari con una X decima Mas sul suo simbolo preferito.

Cosa voglio dire? Che è ora di cominciare a farsi sentire, di picchiare giù duro, almeno a parole e con gesti eloquenti. È ora di finirla, di trovare la forza di indignarsi e reagire ad un andazzo rovinoso per la democrazia. Vedremo se qualcosa del genere sarà successo nelle urne aperte in questi giorni. Lasciatemi il tempo di verificare…