Il convitato di pace

«La mentalità mondana chiede di diventare qualcuno, di farsi un nome a dispetto di tutto e di tutti, infrangendo regole sociali pur di giungere a conquistare ricchezza. Che triste illusione! La felicità non si acquista calpestando il diritto e la dignità degli altri». Un’evidenza che si manifesta in tutta la sua drammaticità oggi. «La violenza provocata dalle guerre mostra con evidenza quanta arroganza muove chi si ritiene potente davanti agli uomini, mentre è miserabile agli occhi di Dio. Quanti nuovi poveri produce questa cattiva politica fatta con le armi, quante vittime innocenti! (Papa Francesco per la Giornata mondiale dei poveri)

Il teologo e biblista padre Alberto Maggi sostiene che il fato non esista e allora da chi viene la strana combinazione tra la celebrazione della Giornata dei poveri e quella del G7? Ci ha pensato il Papa a mettere in corrispondenza i due fatti con le parole di cui sopra. Miglior biglietto da visita non poteva presentarlo ai grandi (?) della terra riuniti a Borgo Egnazia, che si apprestano ad accoglierlo.

Due potenti richiami: uno all’umiltà perché “Dio abbatte i superbi e innalza gli umili”, uno alla pace perché è il bene supremo, premessa e conseguenza di ogni altro bene. Si parlerà di intelligenza artificiale, ma la lingua dovrebbe battere dove duole il dente della guerra.

L’accordo tra i partecipanti al G7 è stato prontamente trovato sugli aiuti all’Ucraina tramite la confisca degli utili provenienti dai beni russi congelati: non un granché come atto di generosità verso l’Ucraina, oltre tutto di dubbia agibilità e di chiara provocazione verso la Russia. Se si pensa di avviare processi di pace in questo modo…

Assai meno facilmente è stato trovato l’accordo sul diritto all’aborto che è stato strumentalizzato da Macron per togliere la sordina elettorale dalla sua partecipazione al vertice nonché da Giorgia Meloni che ha voluto far credere di essere forte dopo la vittoria elettorale con il suo penoso “Dio, patria e famiglia”.

Non sono né abortista né antiabortista e quindi non mi piace nel modo più assoluto che questo argomento così delicato sia stato oggetto di meschine trattative tra i cosiddetti potenti della terra. Siamo alle reciproche ipocrisie. Le donne hanno bisogno di altro rispetto ai finti progressismi francesi e agli opportunistici revanchismi italiani.

Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, dall’alto del suo pulpito politico-culturale, se ne è uscito così: «Non so se a un G7 a cui partecipa anche il Papa fosse opportuno citarlo (l’aborto, ndr), se hanno scelto di non metterlo ci sarà una ragione più che condivisibile».  Dalla padella alla brace: dalla falsa querelle sulla pelle delle donne alla messa in discussione della laicità della politica. Evviva gli ignoranti prestati alla politica.

Avevo espresso dubbi sulla opportunità della scelta papale di partecipare a questo consesso in quanto esisteva il rischio di offrire un perfetto assist al governo italiano e alla sua premier. Come volevasi dimostrare: la premier ha restituito il favore con questa stupida impuntatura antiabortista, come se il Papa fosse un questuante alla ricerca di piccoli favori etici.

Non resta che sperare nello Spirito Santo, che, come dicevo all’inizio, ha messo a confronto l’arroganza dei grandi con la sofferenza dei piccoli. L’arbitro (il Papa) ha detto di stare dalla parte dei piccoli e loro cercheranno di corromperlo con salamelecchi, promesse e inchini.