“Tra le cose che leggiamo sui giornali, ormai da mesi, sulle liste per le elezioni europee, si ventila anche la possibilità che Marco Tarquinio, giornalista esperto e opinionista dalle posizioni nette e note, venga candidato dal Pd. I giornali sottolineano sia la sua linea contraria all’autodifesa dell’Ucraina, sia le affermazioni a sostegno della famiglia tradizionale e contro il diritto di abortire in modo sicuro. Sull’Ucraina, il Pd si è sempre schierato a sostegno di Kyiv, votando per l’invio delle armi”. Lo scrive su Facebook la deputata del Pd Lia Quartapelle.
Quartapelle sottolinea le contraddizioni nel suo post: “Nel manifesto elettorale del Pse, il partito europeo di cui facciamo parte, è scandito con chiarezza che non faremo mancare il sostegno a Kyiv. Faremo anche quel che è necessario perché l’UE nei prossimi anni si assuma maggiori responsabilità per la propria sicurezza e difesa, attuando una forte politica di sicurezza e di difesa comune europea che operi in modo complementare alla NATO e sostenendo lo sviluppo dell’industria europea della difesa. Per quanto riguarda i diritti civili, nella legislatura europea che va concludendosi, il PD si è impegnato perché venga riconosciuto in tutta Europa, Italia inclusa, il certificato di genitorialità anche per le coppie dello stesso sesso, e perché il diritto all’aborto sia inserito nella Carta europea dei diritti. Nei prossimi anni lavoreremo per garantire alle donne in Europa un pieno accesso ai diritti sessuali e riproduttivi, incluso il diritto ad abortire, rafforzare le strategie UE per la parità di genere e per l’uguaglianza delle persone LGBTIQ”.
La dem si chiede se Tarquinio possa condividere il programma di lavoro che il Pd si è dato per i prossimi anni: “Ci chiamiamo Partito Democratico, e ne siamo orgogliosi. Il percorso delle candidature alle europee deve rispettare la natura di partito e il fondamento democratico della nostra identità. Se si vuole imporre un cambiamento di rotta politica, lo si faccia apertamente, con una discussione esplicita negli organismi di partito deputati, non con le candidature. Allo stesso modo, non si venga meno alla funzione dei partiti, quella di selezionare la classe dirigente, come ha giustamente detto Simona Malpezzi. Scegliere solo donne esterne per guidare le nostre liste, combinata con la possibilità della candidatura della segreteria in tutte le circoscrizioni, andrà a detrimento delle tante donne del partito, pronte a fare questa battaglia in prima persona. Questa è una questione di partito, non è solo una questione delle donne”. (da HUFFPOST)
Un simile cumulo di sciocchezze da parte di un esponente politico di sinistra era da tempo che non lo ascoltavo. È proprio vero che il mio destino politico-elettorale non riesce a trovare un minimo di riscontro positivo nel Partito democratico. Quando si profila un piccolo barlume di luce e di speranza, immediatamente v’è chi lo spegne senza pietà. La candidatura di Marco Tarquinio nelle liste elettorali europee del Pd è da me considerata come una proposta molto seria da salutare con grande favore per tanti motivi. Rispondo a caldo alle faziose e, per certi versi, sorprendenti argomentazioni di cui sopra con un mio articolato e brevissimo discorso.
Prima di tutto costituirebbe un arricchimento culturale di questo partito, che da tempo sembra aver smarrito la propria identità anche perché la cerca in se stesso e non nelle aree culturali e sociali di riferimento storico.
Nel caso di Marco Tarquinio saremmo in presenza della cultura cattolica pacifista (quella espressa ripetutamente e coraggiosamente da papa Francesco), che finalmente toglierebbe il Pd dalle secche del mero appiattimento sullo schema occidentale (leggi Nato e Ue asservita alla Nato e agli Usa). Si comincerebbe a respirare una boccata d’aria aprendo una finestra sulla politica di pace.
In secondo luogo il Pd si arricchirebbe facendo riferimento alla dottrina sociale della Chiesa interpretata modernamente e apertamente: non è un caso che la candidatura di Tarquinio sia appoggiata dalla Comunità di Sant’Egidio, vale a dire dal mondo cattolico progressista impegnato nel sociale e nel politico. Il partito democratico si metterebbe in ascolto e in collaborazione col mondo cattolico la cui anima doveva essere una delle componenti fondamentali costitutive del partito, purtroppo malauguratamente persa negli ultimi anni.
Il tutto avverrebbe poi, non nel chiuso degli organigrammi di partito, ma nella prospettiva di una presenza nelle Istituzioni europee, finalmente indirizzate ad una vera integrazione fra gli Stati-partner e alla proposizione di una politica internazionale di dialogo e di pace.
E vengo al punto più delicato che irrita le sensibilità laiciste riconducibili alla galassia LGBTIQ. Ammetto francamente che la linea etico-politica a cui Marco Tarquinio fa riferimento non mi convince, però non ho la presunzione laicista di essere nel giusto e ritengo che solo nella sintesi politica seria, dialogica e rispettosa della vita umana possano trovarsi le risposte alle problematiche relative ai diritti civili.
Chiudere la porta in faccia a Marco Tarquinio accampando strumentalmente penosi motivi identitari, di linea politica e di vita partitica sarebbe un gravissimo errore. Che questi atteggiamenti vengano da donne impegnate nel Pd mi fa oltre modo dispiacere.
Qual è l’identità del PD? Non la vedo se non ritornando alla costituzione del partito di cui la cultura cattolica progressista doveva essere un elemento basilare.
Qual è la linea politica del PD? Non la vedo se non nelle battaglie contro la guerra, contro la povertà, contro l’egoismo sociale, a favore di un ecologismo integrale.
Qual è la struttura democratica interna al Pd? Non la vedo se non nel recupero di un pluralismo interno e in un dialogo proficuo tra le culture e le rappresentanze di riferimento.
Credo che Tarquinio potrebbe dare una mano a ritrovare il filo del discorso, partendo, come ormai è più che doveroso fare, dalla dimensione e dal livello europei. Spero, anche se non ho molta fiducia. La chiusura nei confronti di Tarquinio sarebbe per me e per molti una delusione forse decisiva. Se è vero che “mai dire mai”, la candidatura di Tarquinio potrebbe diventare “l’ora o mai più”.