Meloni, invece, sarà premier. La prima premier donna. E questo non è un bene in sé. Anzi: spesso, nei posti di vertice, le donne diventano peggiori degli uomini, tendono a volerli superare, e fanno peggio di loro, sono ancora più spietate. Nei campi di concentramento, le kapò che ho incontrato erano peggiori degli uomini: inumane, cattive. Non è un fatto strutturale, naturalmente, ma di contesto. Non sono sicura che il Paese sia maturo abbastanza per lasciare che una donna ai posti di comando riesca ad essere chi è davvero. Meloni è circondata da uomini di un certo tipo, lavora in una struttura di un certo tipo. È amata da chi le dice cose terribili come “hai le palle”, cioè: vali perché sei come un uomo. (intervista a Edith Bruck del quotidiano “La Stampa” del 27 settembre 2022)
In questi giorni Corrado Formigli nella sua “Piazza pulita” ha intervistato Monica Guerritore, donna di cultura e spettacolo, ponendole lo stesso quesito che era stato posto a Edith Bruck, scrittrice e poetessa sopravvissuta alla shoah, vale a dire un giudizio sulla portata politica innovativa della femminilità di Giorgia Meloni.
Monica Guerritore ha fatto riferimento al caso di Ilaria Salis, mettendo in rilievo come Giorgia Meloni non abbia fatto il suo mestiere di donna e di madre nell’affrontare la situazione carceraria di questa donna italiana e non le abbia quindi allungato con dolcezza femminile, che viene prima della politica, quella mano di cui Ilaria Salis avrebbe bisogno al di là della concreta evoluzione del suo delicato caso giudiziario.
Perfetto! Forse sarebbe il caso che Giorgia Meloni ascoltasse i pareri culturali di donne di alto livello e lasciasse al suo destino Daniela Santanché così come tutta la combriccola che ha intorno e che le sta dando una mano ad andare nel fosso.
Torno a Ilaria Salis.
Se Ilaria Salis si candida con Alleanza Verdi Sinistra alle elezioni europee e viene eletta, dovrà essere scarcerata. Poi l’Ungheria potrà chiedere al Parlamento Europeo un nuovo arresto. Che però si dovrà votare in Assemblea. Le regole infatti sono dalla parte della maestra di Monza accusata di lesioni aggravate a Budapest. E mentre il padre Roberto dice che ha ricevuto offerte anche dal Partito Democratico e che quella della figlia non sarebbe una fuga dal processo, i precedenti in Italia e in Europa dicono che l’insegnante italiana da 14 mesi in cella potrà uscire dal carcere soltanto se vincesse il seggio a Bruxelles. Ma dovrà comunque attendere in carcere l’esito delle elezioni. Perché mentre il suo difensore Gyorgy Magyar dice che nel paese l’immunità scatta nel momento della presentazione delle liste, per le candidature in Italia si applica la norma interna. (da OPEN)
Vuoi vedere che ho trovato l’ago nel pagliaio, vale a dire una motivazione per andare alle urne il prossimo giugno, invertendo la tendenza degli ultimi tempi? Il motivo che mi spinge a valutare positivamente la candidatura di Ilaria Salis non è solo di carattere umanitario, ma anche di carattere politico. Come ho già avuto modo di dire e scrivere può darsi che questa nostra connazionale si sia fatta trascinare in una rissa, ma innanzitutto bisogna vedere da chi è stata eventualmente provocata e poi, se è passata, come si suol dire, alle vie di fatto, ha tutta la mia comprensione: ha informato i nazi-fascisti che c’è ancora qualcuno disposto ad andare in galera pur di relegarli nelle fogne della storia.
Molto probabilmente voterò per Ilaria Salis, se sarà candidata nel mio collegio elettorale: glielo devo in nome del mio innato antifascismo e per dare una lezione politica a quanti fanno fatica a dichiararsi antifascisti.
Vorrei infatti lasciare perdere gli schemi politici tradizionali, che, a livello europeo, servono a coprire una sostanziale e generalizzata conservazione o addirittura un’opzione reazionaria. Quando mia sorella andò, in rappresentanza del movimento femminile della Democrazia Cristiana, in visita alle istituzioni europee, tornò a casa estremamente delusa e, col suo solito atteggiamento tranchant, disse fuori dai denti: “Sono tutti dei mezzi fascisti!”. Credo che un po’ di ragione ce l’avesse. Penso volesse dire che non credevano in un’Europa aperta, solidale, progressista e partecipata, ma erano chiusi in una concezione conservatrice se non addirittura reazionaria. Può darsi che da allora la situazione sia addirittura peggiorata. Ilaria Salis sarà in grado di fare una bella provocazione a lorsignori.