“Posso rispondere solo per il mio partito. Crediamo che un leader, in quanto massima espressione di una determinata forza politica, debba metterci la faccia e rappresentare per gli elettori la garanzia di una visione e di un indirizzo politico preciso. L’impegno diretto dei leader, inoltre, conferisce maggiore peso e interesse in tornate elettorali che storicamente hanno registrato una minore affluenza. Il nostro partito porterà con orgoglio, come già fatto in passato, il nome di Meloni nel simbolo. ‘Con Giorgia’ perché, sia che si candidi sia che non si candidi, Fratelli d’Italia punta su Giorgia Meloni per l’Europa. È l’ennesima dimostrazione di coerenza e dell’impegno per cambiare l’Europa e riportare gli interessi della nostra Nazione al primo posto, come recita lo slogan della Conferenza programmatica di Pescara perché vogliamo ribadire che ’L’Italia cambia l’Europa’, attraverso l’esempio virtuoso del governo Meloni”. (il ministro Francesco Lollobrigida intervistato dal “Quotidiano nazionale”)
Onestamente quello che sta succedendo nelle candidature alle europee vuol dire che non mi dà retta nessuno”. Lo ha detto Romando Prodi nel suo intervento alla rassegna La Repubblica delle idee a Napoli commentando la candidatura di Elly Schlein, segretaria del Pd alle europee. “Io faccio dei ragionamenti sul buon senso perché così si chiede agli elettori di dare il voto a una persona che di sicuro non ci va a Bruxelles se vince. Queste sono ferite alla democrazia che scavano un fosso. Questo ragionamento riguarda Meloni, Schlein, Tajani e tutti i leader che si candidano: non è un modo per sostenere la democrazia”. (Ansa.it)
Il discorso di Romano Prodi non fa una grinza. Purtroppo però la politica si è talmente svuotata di contenuti e personalizzata sul nulla, da rendere ammissibili anche simili forzature. I partiti sono molto deboli, non hanno presa sulla gente e allora anziché affrontare le motivazioni di questa dicotomia, si rifugiano nel leaderismo purchessia. Mentre la destra non fa alcuna fatica a scegliere questa scorciatoia, il partito democratico tentenna e sceglie la strada sul tipo della mamma di quella ragazza rimasta in stato interessante per un rapporto pre-matrimoniale: sì, mia figlia è incinta, ma solo un pochettino! Sì, Elly Schlein è candidata alle europee, ma solo un pochettino, vale a dire soltanto nelle circoscrizioni centro e isole (chissà perché solo in quelle) e dopo avere scampato addirittura il pericolo del nome nel simbolo (sarebbe stato il massimo della “politicanteria”).
Ho i miei dubbi che l’elettore si lasci influenzare da questi trucchetti propagandistici, ma nel nulla dibattimentale ci possono stare anche questi penosi mezzucci. Se un esponente politico ha la statura del leader non ha bisogno di evidenziarla con candidature di plastica, così come il cittadino minimamente avvertito non si dovrebbe perdere in questi infantili giochetti e abboccare a messaggi smaccatamente mediatici.
In democrazia il voto è una cosa seria anche se non è tutto. La democrazia comincia a vivere il giorno successivo al voto e quindi, se il votato non va in Parlamento, la democrazia finisce lì. Già le macro-circoscrizioni elettorali non aiutano, perché comunque inducono il cittadino a votare a scatola quasi chiusa, se poi ci aggiungiamo la personalizzazione ante litteram…
Sono molto incerto se andare o meno alle urne, tutto sembra congiurare a favore di una mia ennesima astensione. Sì, perché di leader non ne vedo e di programmi elettorali seri per l’Europa non ne trovo. Del criterio del meno peggio sono stanco da parecchio tempo.
Invece di metterci la faccia (tosta) cerchino di metterci uno straccio di proposta su come provare a invertire la rotta bellicista e tentare qualche via di pace. Su questo piano purtroppo sono (quasi) tutti uguali: la guerra sarebbe un male necessario per evitarne di peggiori. E quali sarebbero i guai peggiori? Se Elly Schlein ha qualcosa da dire al riguardo lo dica e non si limiti ad ospitare qualche pacifista nelle liste: meglio di niente si dirà, ma da una forza di sinistra (?) e da una leader (?) desidererei molto di più. Chi si contenta non può godere.