La decisione del Consiglio di istituto dell’“Iqbal Masih” di Pioltello, presa nel maggio del 2023 e confermata il 25 marzo 2024, di sospendere le lezioni il 10 aprile in concomitanza con la festa di fine Ramadan, dopo il clamore politico e mediatico scatenato dalle proteste della Lega, era stata ritenuta «irregolare» dagli ispettori mandati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, attraverso l’Ufficio scolastico regionale della Lombardia, che, con il direttore generale aveva «invitato» preside e Consiglio d’istituto ad annullare la delibera.
«Le motivazioni che hanno portato alla delibera di tali giornate di sospensione delle lezioni sono esclusivamente di carattere didattico ed educativo – si legge in un comunicato del Consiglio d’istituto -. Chiediamo che venga rispettata una scelta nata spontaneamente al nostro interno», sottolinea la nota. Ai temi «dell’inclusione, dell’interazione tra culture e del confronto tra religioni», la scuola di Pioltello, su iniziativa del Collegio docenti, dedicherà il prossimo 21 maggio, Giornata mondiale della diversità culturale.
Pochi minuti dopo la decisione del Consiglio d’istituto, il ministro Valditara ha sottolineato che «sarà l’ufficio scolastico regionale, nell’esercizio delle sue prerogative, a fare tutte le ulteriori valutazioni del caso»; il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha parlato di scelta «assolutamente fuori luogo», mentre il deputato di Fratelli d’Italia, Riccardo De Corato, ha già annunciato un’interrogazione parlamentare. Parlando di decisione «completamente sbagliata e non accettabile nel nostro Paese». «Questa scuola, così come gli altri istituti, deve attenersi alle regole stabilite e quello a cui assistiamo è qualcosa di inverosimile che ha dell’incredibile – aggiunge De Corato -. Ma l’Ufficio scolastico regionale, che nei giorni scorsi aveva definito irregolare la chiusura del prossimo 10 aprile, ora che azioni intraprenderà?». L’impressione è che la vicenda non sia ancora finita,
E tutto ciò nonostante la vicepreside, nominata Cavaliere della Repubblica per il suo impegno durante la pandemia, avesse invitato il Presidente della Repubblica a visitare la scuola e avesse ottenuto una lusinghiera risposta da Sergio Mattarella: «Ho ricevuto e letto con attenzione la sua lettera e, nel ringraziarla, desidero dirle che l’ho molto apprezzata, così come – al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo – apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo». (dal quotidiano “Avvenire”)
Mi viene spontaneo collegare questo fatto ad altri due interventi del governo adottati in questi giorni. Mi riferisco innanzitutto alla decisione del ministro degli Interni di inviare una commissione d’inchiesta al comune di Bari per verificare se esistano i presupposti per scioglierne il consiglio comunale in odore di mafia, non si capisce sentito da chi, come e quando, se non da deputati del centro-destra, che hanno invitato il ministro a prendere questo provvedimento a dir poco intempestivo.
Poi è arrivato il via libera del governo ai test psicoattitudinali per l’accesso alla professione dei magistrati dal 2026, forse simili a quelli cosiddetti ‘Minnesota’, che valutano la personalità dei candidati. Il decreto legislativo approvato in Consiglio dei ministri ha avuto modifiche fino all’ultimo minuto, che però non mitigano le proteste dell’Associazione nazionale magistrati: sarà il Consiglio superiore della magistratura a nominare i docenti universitari in materie psicologiche che – su indicazione Consiglio universitario nazionale, organo indipendente dell’università – faranno parte della commissione giudicante.
Il colloquio psicoattitudinale si svolgerà durante la prova orale, ma già dopo quella scritta riceverà dei test su un foglio, individuati dal Csm, sul modello di quelli utilizzati per quelli effettuati agli agenti di polizia. Questi costituiranno la base per il futuro colloquio psicoattitudinale, che sarà comunque diretto dal presidente della commissione esaminatrice, e non da uno psicologo (il quale sarà presente solo come ausilio), alla quale è demandato in maniera collegiale il giudizio finale sul complesso delle prove. (Agenzia Italia)
Sono provvedimenti e comportamenti chiaramente propagandistici volti unicamente a lisciare il pelo al qualunquismo imperante, scorretti dal punto di vista istituzionale con sostanziali invasioni di campo verso la Magistratura, verso gli organi della scuola, verso le amministrazioni locali, finalizzati a marcare in modo prepotente il territorio governativo come fanno i gatti.
Certo pubblico applaude al pugno duro contro gli islamici non capendo che non si difende la propria cultura contrastando quella degli altri; molti godono nel vedere all’angolo i magistrati non capendo che, pur con tutti i loro limiti e difetti, sono un presidio irrinunciabile di civiltà e giustizia; troppi apprezzano un governo che mette in riga i deboli e subisce i forti; a parecchi non interessa combattere la mafia, ma denigrare l’avversario politico.
In mezzo all’insano crocevia tra chi “sgoverna”, chi “straparla” e chi “stravota”, c’è la figura del Capo dello Stato, interpretata magistralmente da Sergio Mattarella, che riesce a controbilanciare, col suo carisma democratico e col suo equilibrio istituzionale, i continui sbandamenti del governo, che riesce a portare il clima socio-politico dalla rissa al rispetto dei diritti e dei doveri. Fino a quando?
Non so cosa dirà e farà il Presidente della Repubblica in merito ai test psicoattitudinali per i candidati magistrati, provvedimento che, nella sua folle e dilettantesca invadenza, sembra contrastante con i poteri costituzionali del Consiglio superiore della Magistratura e debordante rispetto alla delega legislativa concessa dal Parlamento al governo. Non invidio Mattarella…
Non so come finirà in quel di Bari e cosa succederà a Pioltello. Una cosa è certa: il governo sta dando dimostrazione di volere sistematicamente invadere il campo istituzionale che non gli è proprio, spinto da intenti faziosi e da delirio di onnipotenza.
Temo, come più volte ho avuto modo di scrivere, che la gente non comprenda la gravità della situazione e si lasci incantare dalle sirene del mettere (dis)ordine. Un colpo oggi, un colpo domani, arriveremo a creare i presupposti per il premierato, a depotenziare il Capo dello Stato, a ridurre il Parlamento a cassa di risonanza, a votare in una strisciante logica plebiscitaria. Questa potrebbe essere la strada che ci sta davanti: sveglia!!!