Tappa al resort Mar-a-Lago di Palm Beach ma non alla Casa Bianca. È l’agenda del viaggio che ha portato il premier ungherese, Viktor Orbán, negli Stati Uniti. Il leader del partito Fidesz ha infatti incontrato il repubblicano Donald Trump ma non il presidente democratico Joe Biden.
Trump e Orbán si considerano da tempo “buoni amici”. Era il 2019 quando l’allora presidente accoglieva in pompa magna il titolare del governo di Budapest. Il primo ungherese a rimettere piede alla Casa Bianca dopo 14 anni. In quella circostanza il tycoon si spinse persino a dire: “E’ come me, un po’ controverso, ma va bene…”. Nelle foto dell’incontro avvenuto venerdì in Florida i due leader, pura coincidenza, sono vestiti in modo identico: abito blu, camicia bianca, cravatta azzurra. Al tavolo del confronto sono stati portati i temi cari a entrambi tra cui, a precisarlo è stata una nota dell’ufficio stampa trumpiano, “l’importanza fondamentale di confini forti e sicuri per proteggere la sovranità di ogni nazione”.
“Viktator”, per usare l’appellativo affibbiato a Orbàn da Jean-Claude Juncker, l’ex presidente della Commissione Europea, ha spesso espresso la speranza di vedere l’amico Trump di nuovo alla guida degli Stati Uniti. “Rendi di nuovo grande l’America, signor Presidente!”, ha scritto in un post sui social al termine della visita. Aggiungendo: “Torna e portaci la pace!”. (dal quotidiano “Avvenire” – Angela Napoletano)
Appena il tempo di dubitare sulla ricandidatura di Ursula von Der Leyen a guidare la Commissione europea, di esprimere preoccupazione sul futuro politico della Ue, di spargere scetticismo verso l’esito delle prossime elezioni europee, ed ecco apparire sulla scena autentiche prove euro-atlantiche di antieuropeismo spinto.
Questo sì che si chiama parlar chiaro. Si profila un’alleanza tra sovranisti di qua e di là dall’atlantico, una combutta visibilmente anti-democratica tra un europeo a Palm Beach ed un americano a Budapest, una prospettiva di pace a misura del più forte, un gioco allo sfascio dell’Unione europea, una immagine plastica del trumpismo nei suoi riflessi internazionali.
Eravamo ai tempi delle prove di Brexit, la propensione scozzese verso l’Unione europea, sfociò in rabbia e trovò, per ironia del destino, un ulteriore motivo di ribellione nelle parole proferite proprio in Scozia nei giorni del referendum dall’aspirante candidato repubblicano alle presidenziali americane, Donald Trump: «Vedo un reale parallelo fra il voto per Brexit e la mia campagna negli Stati Uniti». Come riferì Pietro Del Re, inviato di Repubblica, nel pub di John Muir a Edimburgo, quando Trump apparve in tv, tutti i clienti si avvicinarono allo schermo. Poi, tutti assieme cominciarono a urlargli insulti di ogni genere, il cui meno offensivo era senz’altro pig, porco. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere… perché la storia si sta ripetendo. Allora Trump soffiò sul fuoco dell’uscita della Gran Bretagna, oggi soffia su quello dell’antieuropeismo orbaniano e sul maligno venticello filo-putiniano proveniente da Budapest.
Molto tempo fa la Gazzetta di Parma ospitava le previsioni del tempo formulate tra il serio e il faceto da uno strano e barbuto personaggio (mio padre l’aveva soprannominato “Al barbón”).
I satelliti sono impiegati anche per le previsioni meteo che, a volte ci azzeccano, altre meno. Anni fa, il «satellite meteo» parmigiano proveniva da Reno di Tizzano, si chiamava Amelio Zambrelli, conoscitore atmosferico, che si rivolgeva ai parmigiani sulle colonne della Gazzetta precedendo e concludendo le sue previsioni con due personalissimi leit motiv: «sappiatevi regolare» e «secondo il mio acume». Che poi ci azzeccasse o meno, è un’altra cosa, fatto sta che il buon Amelio ce la metteva proprio tutta per indovinare un incombente temporale, le insidiosissime grandinate (croce dei contadini), oppure le prime nevicate che imbiancavano le colline e portavano l’aria gelida in città che, rotolando giù dai monti, arrossava naso e orecchi ai parmigiani. (Gazzetta di Parma – Parma di una volta – Lorenzo Sartorio)
Ebbene, non so se Amelio Zambrelli sia ancora in vita (glielo auguro di cuore), non so se gradirebbe cimentarsi in previsioni geo-politiche, forse, in vista dei futuri scenari internazionali, si rifugerebbe nel suo personalissimo avvertimento: “Sappiatevi regolare”. E gli italiani, fregandosene altamente degli avvertimenti zambrelliani, siccome “‘l è mej stär in-t-i primm dan”, si stanno affidando ad un’amica di Trump e di Orban, vale a dire alla statista che attualmente passa il convento politico del Paese, Giorgia Meloni. Al resort Mar-a-Lago di Palm Beach ci mancava solo lei… Mettiamo le mani avanti?! E se poi vincesse Joe Biden? Il nostro premier andrà alla Canossa Bianca e darà un bacio alla pantofola del presidente americano, che, bontà sua, risponderà con qualche senile carineria.