Vittorio Sgarbi appartiene all’ampia categoria dei personaggi che mi sono totalmente estranei. Non entro quindi nella polemica di questi giorni sulle sue dichiarazioni volgari e sessiste rese in pubblico, anche se mi sembrano più frutto di megalomania che di cattivo gusto. A chi rideva o sorrideva compiaciuto o imbarazzato mi limito a controbattere così, prendendo a prestito lo stile di mio padre: «A mi al me fa cridär…».
Ecco perché non mi permetto di censurarlo (chi sono io per misurarmi con tanta cultura) né di prenderlo in seria o faceta considerazione (chi sono io per contestare un sottosegretario), ma di consigliargli (un consiglio disinteressato non lo si nega a nessuno) di porre attenzione a una convinzione che mi sono fatta alla luce dei miei rapporti con le persone di sesso maschile. Ho notato cioè che la loro consistenza sessuale è inversamente proporzionale all’insistenza con cui ne parlano: per dirla in parole povere, chi fa sesso con vera e profonda convinzione dipendente dal contesto affettivo se non amoroso, non ha bisogno di vantarsene e di farne oggetto, direttamente o indirettamente, di chiacchiere da salotto o da bar a seconda dei casi. Detta a rovescio: è chi soffre di lacune fisiche o psicologiche o sentimentali che è spinto a coprire maldestramente e penosamente con le chiacchiere il proprio silenzio sessuale e sensuale. Detta brutalmente: chi parla di sesso facendosene un vanto o è un impotente dal punto di vista organico o lo è dal punto di vista mentale.
Volendo restare per un attimo in materia di erotismo da strapazzo, ricordo quando il giovanissimo garzone del mio barbiere, in occasione delle feste natalizie, mi propose di scegliere un piccolo regalo tra un almanacco profumato grondante culi e tette e una insignificante agendina telefonica: scelsi provocatoriamente l’agendina telefonica, lasciando di stucco l’apprendista parrucchiere. Volli comunque spiegare, a scanso di equivoci, il senso della scelta: «Anziché “sgolosare” sulle piccole foto di donne nude, preferisco rischiare l’approccio con donne in carne ed ossa, annotandone il relativo numero telefonico…». Della serie la donna viene prima della fica e l’uomo non deve ripiegare sulla seconda per evitare di confrontarsi alla pari con la prima. Se vogliamo dire qualcosa in più, il livello culturale di un uomo lo si vede da come considera la donna.
Anche volendo volare terra-terra prescindendo dai sentimenti, l’erotismo è una cosa seria, non è un divertimento per maschi più o meno maniaci o complessati. Non mi interessa la quantità di libri letta da Vittorio Sgarbi: se ne ha letto molti, come penso, non gli hanno fatto molto bene. Mi interessa ancor meno il numero di donne con cui ha fatto l’amore: se ne ha conosciuto (il termine è biblico) molte, questa esperienza non lo ha maturato e rischia di collocarlo nella squallida categoria dei “machi”, ancor peggio se di classe.