La premier Giorgia Meloni, nella sua replica alla Camera dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo., ha detto: “L’Italia e il Governo italiano hanno fatto tutto quello che era possibile per favorire e sostenere la missione che il cardinale Zuppi ha portato avanti su indicazione di Papa Francesco. Dopo di che continuo ad essere convinta che il modo più serio per favorire una pace e un’apertura negoziale sia mantenere equilibrio tra le forze in campo. Se non avessimo aiutato gli ucraini come abbiamo fatto finora non ci sarebbe stato bisogno di nessun tavolo di pace, perché ci sarebbe stata l’invasione”. (dal quotidiano “Avvenire”)
Non voglio fare il bastian contrario, ma innanzitutto l’Italia non dovrebbe limitarsi a favorire e sostenere la missione del Cardinale Zuppi, ma dovrebbe svolgere in proprio un’azione pressante e continua in tutte le sedi possibili per contribuire ad un processo di pacificazione. Non vedo questo impegno, vedo soltanto un appiattimento, peraltro non solo da parte del governo Meloni, sulla linea bellicista occidentale capeggiata dagli Usa e subita obtorto collo dalla Ue e dai Paesi europei.
Esprimere la convinzione che il modo più serio per favorire la pace sia mantenere l’equilibrio tra le forze in campo altro non è che un modo elegante per parafrasare l’antistorica locuzione latina dello scrittore Vegezio “Si vis pacem, para bellum” (in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra»).
Auto-riconoscersi il merito di aver creato i presupposti per la pace armando a più non posso gli ucraini è una colossale mistificazione della realtà. Con le armi non si potrà mai e poi mai costruire alcuna pace. Meglio sarebbe ammettere i propri limiti strategici e puntare sulla diplomazia per avviare “uno straccio” di pace o almeno una cessazione delle ostilità, ma nessuno ha dimostrato finora di averne la volontà e la capacità.
In conclusione meglio accompagnare il tentativo di pace del Vaticano con il silenzio (un bel tacer non fu mai scritto!): le parole inappropriate e inopportune potrebbero rovinare il clima di dialogo avviato con la missione del cardinale Zuppi. Se proprio Giorgia Meloni e tutti i politici più o meno bellicisti vogliono fare qualcosa di utile, preghino e, se non sono credenti, si limitino a fare il tifo silenzioso per papa Francesco, l’unico riferimento per chi auspica un mondo basato su equilibri totalmente diversi dagli attuali.