La società a rischio impazzimento

In Italia si rischia di morire di povertà per mancanza di lavoro e si rischia di morire sul lavoro: è un doppio e paradossale rischio, che fissa i confini drammatici entro cui si colloca il problema. Non manca altro che si cominci a morire anche per manifestazioni in difesa del lavoro.

Riprendo le note di cronaca (dal quotidiano La Stampa) di un increscioso ed inquietante fatto verificatosi a Biandrate nel Novarese, dove è morto un sindacalista travolto da un camion, che ha forzato il blocco stradale conseguente ad una manifestazione davanti al deposito territoriale della lidl. Adil Belakhdim, 37 anni, era responsabile Si Cobas del Novarese. L’autista è stato fermato per omicidio stradale, resistenza e omissione di soccorso. I sindacati hanno proclamato due giorni di sciopero.

Adil Belakhdim aveva lavorato alla Tnt di Peschiera Borromeo, dove era già inserito nel sindacato, e da un paio d’anni era coordinatore dei Si Cobas per il Novarese. Era andato a Biandrate, davanti al magazzino della Lidl, con i colleghi per coordinare la manifestazione. «Il camion ha forzato il presidio all’esterno del magazzino investendo i lavoratori, tra cui il coordinatore» hanno scritto su Facebook i SiCobas poco dopo l’incidente. E la stessa ricostruzione si apprende dai colleghi e dai sindacalisti presenti sul posto.

Ci sarebbe stato un diverbio tra il conducente del camion che ha poi investito e ucciso il sindacalista e i manifestanti – sembra una ventina in tutto – che si trovavano davanti al cancello del deposito della Lidl questa mattina. Poi il conducente, racconta uno dei manifestanti, ha ingranato la marcia.

Secondo quanto ricostruito da polizia e carabinieri, il camion incolonnato dietro ad altri mezzi dentro l’area del centro distribuzione Lidl ha improvvisamente sterzato prendendo contromano la corsia di entrata, «nonostante i manifestanti fossero davanti al veicolo e visibili dall’abitacolo». Non si è fermato nonostante le proteste dei manifestanti e l’intervento degli agenti della Digos che hanno mostrato il tesserino. Superando i cancelli, ha curvato a destra per immettersi sulla carreggiata costringendo i manifestanti davanti al mezzo a scansarsi e ha travolto Adil Belakhdim. Si è poi allontanato e solo al casello di Novara Ovest si è fermato per chiamare il 112.

«Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno denunciato alla Lidl da tempo le condizioni lavorative chiedendo risposte e soluzioni che sono state puntualmente disattese e questo ha influito sul clima di esasperazione, ma non si può morire mentre si esercita il diritto a manifestare e non si devono mettere i lavoratori contro i lavoratori» scrivono i sindacati novaresi in una nota.

Si registra anche una nota della Lidl: «Siamo estremamente dispiaciuti per il drammatico incidente e vogliamo esprimere il nostro più’ sincero e profondo cordoglio alla sua famiglia in questo triste momento». L’azienda precisa che l’incidente «ha visto coinvolto un mezzo e un autista di un fornitore di merci terzo, non dell’azienda, nei pressi del centro logistico di Biandrate. La manifestazione nazionale alla quale il funzionario dei Si Cobas stava partecipando era stata indetta per rivendicazioni nel settore logistico. In questo contesto, l’azienda ricorda che applica a tutti i circa 2.500 lavoratori delle 10 piattaforme logistiche in Italia non il contratto della logistica, ma il Ccnl della distribuzione moderna organizzata, insieme ad un ulteriore contratto integrativo. L’azienda ribadisce che da sempre sono in essere costanti relazioni con le principali organizzazioni sindacali, orientate al dialogo e al confronto reciproco».

Il fatto è gravissimo in sé e per quanto significa, vale a dire un rischio di impazzimento vero e proprio della situazione sociale. Non intendo criminalizzare nessuno, né soffiare sul fuoco, ma solo sfoderare tutta la mia sensibilità sociale. Era prevedibile che il post-pandemia, toccando nel vivo della carne lavorativa della gente, sfociasse in un clima di esasperata e confusa protesta. Bisogna che tutti si adoperino per creare un clima di dialogo entro cui affrontare gli enormi problemi del lavoro. Al riguardo vale la pena rispolverare, magari anche sconclusionatamente, un po’ di memoria storica.

Ricordiamoci della strage di Reggio Emilia: è un fatto di sangue avvenuto il 7 luglio 1960 nel corso di una manifestazione sindacale durante la quale cinque operai reggiani, i cosiddetti morti di Reggio Emilia, Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri e Afro Tondelli, tutti iscritti al PCI, furono uccisi dalle forze dell’ordine.

Ricordiamoci della “Cacciata di Lama”, vale a dire della contestazione che il 17 febbraio 1977 il movimento degli studenti rivolse al segretario della CGIL Luciano Lama durante un comizio sindacale, che questi stava tenendo presso l’Università La Sapienza di Roma.

Ricordiamoci dell’uccisione a tradimento di Guido Rossa, operaio sindacalista dell’Italsider di Cornigliano (GE). Nel 1979 venne ucciso al volante della sua auto da un commando di tre terroristi, appartati nei pressi. Militante della Cgil, circa tre mesi prima Guido Rossa aveva denunciato e fatto arrestare un fiancheggiatore delle Brigate rosse, attivo all’interno dell’azienda. L’omicidio venne rivendicato dalle Brigate rosse con una telefonata al «Secolo XIX». Ricordiamoci dei sindacalisti uccisi nelle lotte in favore dei lavoratori sfruttati e anche di quelli considerati collaborazionisti del regima capitalistico.

Ricordiamoci degli infortuni sul lavoro: 306 morti nel primo quadrimestre del 2021, il 9,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Ricordiamo che dal 2020 sono in condizione di povertà assoluta poco più di due milioni di famiglie (7,7% del totale da 6,4% del 2019) e oltre 5,6 milioni di individui (9,4% da 7,7%). Per quanto riguarda la povertà relativa, le famiglie sotto la soglia sono poco più di 2,6 milioni (10,1%, da 11,4% del 2019). Ricordiamo che Il numero di persone in cerca di lavoro cresce continuamente e in modo generalizzato. Il tasso di disoccupazione sale soprattutto tra i giovani e le donne.

«Sono molto addolorato per la morte di Adil Belakhdim. É necessario che si faccia subito luce sull’accaduto». Così il premier Mario Draghi, a margine del suo arrivo a Barcellona dove ha meritatamente ricevuto il «Premio alla costruzione europea». Ho la netta impressione che non basti e che serva avviare una maxi-concertazione tra governanti e parti sociali. Nei passaggi storici fondamentali occorrono grandi interventi prima che sia troppo tardi.