Cosa scacciano i chiodi di Biden ?

Resta sul tavolo l’inquietante ipotesi che l’origine del coronavirus possa risalire ad un errore commesso in un laboratorio cinese e dolosamente negato a costo di infettare il mondo intero. Il presidente americano Joe Biden ha chiesto lumi ai servizi segreti, che evidentemente avranno nel frattempo scoperto qualcosa di nuovo e di utile per risalire all’inizio della pandemia.

Rispolvero la battuta velenosa sciorinata da mio padre in occasione di una alluvione in Italia (non ricordo dove e quando, ma non ha molta importanza). Di fronte al solito ritornello dei comunisti trinariciuti, quelli col paraocchi, che recitava più o meno “Cozi dal gènnor in Russia in sucédon miga”, mio padre rispose: “Sät parchè? In Russia i gh’àn j èrzon äd cärta suganta”. Per tornare al discorso covid, non vorrei che l’insistenza statunitense sulle eventuali responsabilità cinesi fosse un tentativo di demonizzare il potente avversario commerciale per lucrare la relativa rendita di posizione anti-covid.  Della serie “Lor i gh’an i laboratori ‘d pasta fròla”.

Tuttavia mi insospettisce il fatto che Biden batta il chiodo. Un’altra ipotesi potrebbe essere quella della riesumazione di una guerra fredda allargata: Biden non le sta mandando a dire al russo Putin, che personalmente continuo a considerare il peggior interlocutore dell’occidente, assai peggio dei cinesi.

Dopo le feste natalizie si era soliti riciclare culinariamente gli avanzi della tavola ricavandone succulenti polpette da mangiare nei giorni successivi: Vladimir Putin è la polpetta ottenuta dai peggiori avanzi del regime comunista sovietico, cucinata in salsa populista e mafiosa. Dobbiamo fare i conti con questo vomitevole e avvelenato scarto.   Putin ha saputo tradurre in chiave anti-democratica il post-comunismo, mantenendone sostanzialmente l’autoritarismo e proiettandolo nelle istituzioni impostate a livello mafioso. Aveva ragione da vendere Gorbaciov: il comunismo sovietico non andava bypassato frettolosamente, ma revisionato gradualmente e pazientemente. A chi esce debilitato da una lunga malattia e da una prolungata dieta, non si può offrire un lauto pranzo, bisogna partire con i semolini, i passati di verdura, etc. etc., come si fa per lo svezzamento dei bambini. Invece si è preferita la scorciatoia di un regime improvvisato con un colpo di stato da Boris Eltsin e perfezionato in una sostanziale ed infinita “monarchia populista” da Vladimir Putin.

In Cina si è svolto un diverso processo di superamento parziale del comunismo, reso economicamente coniugabile con una perfetta e deteriore pratica capitalista: della serie “fatevi dei soldi, ma continua a comandare il partito”. I cinesi stanno tentando di assemblare il peggio di tutti i sistemi politici: il peggio del capitalismo abbinato al peggio del comunismo. Una lucida e paradossale follia che rischia di dominare il mondo.

L’Occidente a trazione statunitense non brilla e si trova a fare i conti con questi scomodissimi interlocutori: purtroppo questa rimane una partita a tre, in logorante attesa del quarto giocatore che dovrebbe essere l’Unione Europea. La guerra fredda è dietro l’angolo ed il covid potrebbe essere l’occasione per accelerarne lo scoppio. Ecco perché bisogna andare adagio nel colpevolizzare la Cina. Non mi fido degli Usa e non vorrei che succedesse come con la fantomatica “provetta di Colin Powell”, mostrata all’Onu quale falsa prova con cui l’amministrazione Bush accusò Saddam Hussein di avere armi di distruzione di massa per giustificare l’invasione dell’Iraq.

La verità sull’origine del covid non verrà mai a galla: sarebbe oltre modo importante stabilirla, anche se a mescolare una simile pentola non si può prevedere cosa ne possa sortire. Magari una terza guerra mondiale vera e propria, anticipata dalla strage covidiana e seguita da quella nucleare o giù di lì.