Stakanovista è chi dimostra un esagerato attaccamento al lavoro, o chi lavora con un’intensità esasperata. Sulla piazza non ce ne sono molti, anche se gli operatori sanitari sono rientrati, un po’ per necessità e un po’ per virtù, in questa categoria impegnata al massimo sul fronte della lotta al coronavirus.
Un mio grande insegnante, quando sentiva parlare di “gloriosa marina” si innervosiva e aggiungeva: «Siamo tutti gloriosi nella misura in cui facciamo il nostro dovere…». In quest’ultimo periodo sono in prima linea i medici, gli infermieri, i becchini, etc. etc. anche se non sono gli unici a fare faticosamente e pericolosamente il proprio dovere. Basta pensare alle statistiche relative agli infortuni sul lavoro per rendersi conto di quanta gente lavora mettendo a rischio la propria vita.
L’intervista a Matteo Renzi, leader di Italia Viva, a Cartabianca è durata più del previsto e l’infettivologo invitato alla trasmissione, Massimo Galli, ha espresso il suo disappunto. “Un po’ scocciato? Un po’ troppo scocciato, abbia pazienza. Sono in piedi a lavorare dalle 6 di stamattina, posso capire tutto, ma faccio a meno”, ha detto Galli piccato a Bianca Berlinguer, la quale immediatamente per stemperare la tensione gli ha domandato se fosse preoccupato per la crisi di governo in atto: “Ma sono preoccupato anche dalla serqua di luoghi comuni che ho sentito, oltretutto, mi perdoni: forse è il caso che ne parliamo un’altra sera, con più calma e con più tranquillità”, la risposta dell’infettivologo. Poi, fortunatamente, è tornata la serenità e l’intervista è andata avanti.
Massimo rispetto per il professor Galli. La scena mediatica è spettacolarmente inflazionata: troppe trasmissioni futili, che sfornano chiacchiere a vanvera; troppi personaggi, che si fanno intervistare senza avere niente da dire; troppa politica parlata e poca politica “giocata” e via di questo passo. Purtroppo però questa malattia non ha risparmiato gli “scienziati”, che passano con eccessiva disinvoltura da uno studio televisivo all’altro, rubando tempo al proprio principale mestiere e finendo col creare parecchia confusione di idee addosso al povero telespettatore, che non sa più a chi credere e come comportarsi. In questo periodo è aperta una gara alla conquista del video: non partecipano solo i politici, ma anche i virologi, gli infettivologi, i medici specialisti. Quindi chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Forse sono succube di una concezione seriosa e misteriosa che vede necessariamente gli scienziati chiusi nei loro blindati laboratori di analisi: ammetto di essere un retrogrado ed un misantropo, ma un po’ più di discrezione e di silenzio non guasterebbe.
Mi permetto di dare un suggerimento ai giornalisti e agli stakanovisti del covid parlato. Siamo in mezzo alle tensioni inerenti alla vaccinazione: anche qui purtroppo ci si capisce sempre meno. Il discorso si sta impantanando fra il senso civico e la libertà di coscienza. Prima di criminalizzare coloro i quali nutrono perplessità e paure e scelgono, non penso a cuor leggero o per partito preso, di non sottoporsi alla vaccinazione – fra di essi risultano peraltro esservi parecchi operatori sanitari – vorrei sapere quali sono le argomentazioni sulla base delle quali un medico o un infermiere si rifiuta alla vaccinazione attiva e passiva. Non saranno tutti stupidi, non saranno tutti amici del giaguaro, non saranno tutti chiacchieroni da osteria.
Già che ci sono pongo alla comunità scientifica un’altra questione. In conseguenza degli episodi allarmanti di possibili reazioni negative al vaccino astrazeneca, risulta che alcuni Stati (se non erro Bulgaria, Danimarca, Norvegia e Islanda) abbiano sospeso cautelativamente la somministrazione di questo vaccino. Saranno tutti allarmisti, fifoni d’occasione, esibizionisti della prudenza?
Mentre si stanno verificando altri inquietanti casi di soggetti colpiti da gravissime reazioni patologiche dopo essersi sottoposti alla vaccinazione con astrazeneca, bisogna registrare anche un presunto caso a rovescio, vale a dire lo scoppio di un focolaio di infezione in un reparto ospedaliero dove un’infermiera non si sarebbe vaccinata (tutti naturalmente pronti a criminalizzare questa operatrice sanitaria prima di sapere se effettivamente sia lei l’untrice di turno e soprattutto prima di sapere perché questa persona abbia fatto la scelta controcorrente).
Se non disturbo e senza togliere il meritato riposo agli stakanovisti del covid chiacchierato, vorrei capirne un po’ di più e ottenere, se possibile, risposte, non dico precise (la scienza medica non è come la matematica), ma almeno convincenti. Penso sia nell’interesse di tutti affrontare questi aspetti problematici, anche perché andare avanti con la testa nel sacco del dogmatismo vaccinale potrebbe avere serie ripercussioni sulla disponibilità della gente a vaccinarsi.