16/02/2018

Letture bibliche nella liturgia del giorno

 

Isaia 58,1-9; Salmo 50; Matteo 9,14-15.

 

Riflessione personale

 

Non voglio giudicare, anche perché non sono esperto in materia, tuttavia alcune religioni prevedono una serie di norme, che altro non sono se non regole igieniche, sicuramente raccomandabili, ma che poco hanno a vedere con un’autentica fede in Dio.
Anche l’ebraismo scivola su queste bucce di banane: non era così ai tempi del profeta Isaia, il quale viene invitato a gridare a squarciagola a nome di Dio in materia di digiuno: «Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?».
Dove stanno di casa coloro che accusano direttamente o indirettamente papa Francesco di confondere la religione con la politica e/o la sociologia? Forse sarebbe il caso che si andassero a nascondere! Se bastasse digiunare e continuare nel frattempo a fare i propri affari, fregandosene di chi soffre e di chi digiuna perché non ha di che nutrirsi…
Gesù era considerato un mangione ed un beone: amava la tavola e ad essa si sedeva addirittura con pubblici peccatori. Provocava i benpensanti, scandalizzava i farisei, metteva in crisi persino i rigorosi discepoli di Giovanni Battista: «Verranno giorni in cui i miei seguaci digiuneranno, ma con ben altro digiuno rispetto alla pura e semplice astensione dal prendere cibo». Si tratterà di riandare a quanto profetizzava Isaia, pagando di persona per una fede concreta, che sconvolge gli equilibri e le mentalità mondane. Gesù seppe farlo talmente bene da guadagnarsi la morte in croce.
Mi sento un cristiano all’acqua di rose. Quando mi chiedono se sono un cattolico praticante, formalmente dovrei rispondere di sì, ma in realtà pratico una mia religione assai lontana dal dettato evangelico. Leggendo la vita dei Santi, si ha spesso la sensazione che fossero esagerati, esagitati, dei mezzi matti: no, erano semplicemente persone, che credevano veramente e soprattutto vivevano alla lettera il dettato evangelico, senza se e senza ma. Quanta strada mi resta da fare! Fosse solo questione di mangiare poco, me la caverei alla grande, viste le difficoltà digestive e la necessità di seguire una dieta alimentare parca e magra. Per quanto riguarda il digiuno, così ben definito da Isaia, mi sento in grave difetto. Sono come quei soggetti diabetici, che durante il pasto mangiano e bevono di tutto e di più, poi, alla fine del pasto, si convertono e prendono il caffè senza zucchero.