01/02/2018

Letture bibliche nella liturgia del giorno

 

1Re 2,1-4.10-12; 1Cronache 29,10-12; Marco 6,7-13.

 

Riflessione personale

 

Davide traccia una scia di preziosi insegnamenti per il figlio Salomone, che ne eredita il trono. Io non ho ereditato alcun trono e ben poche ricchezze dai miei genitori, ma molti e indimenticabili insegnamenti, che, strada facendo, diventano sempre più pressanti e sostanziosi. Non c’è giorno in cui non mi sovvenga qualche lezione di vita-vissuta impartitami dai miei genitori: ci si arriva col tempo e infatti l’educatore non deve avere fretta e non deve essere assillante.

La mia nascita per mia madre Lavinia fu l’inizio di una seconda vita. Lo capii quando, durante una delle notti insonni, vissute nella ritrovata intimità, che la stavano portando alla fine, mi sussurrò: “Ti ho voluto tanto bene!” Queste cose, chissà perché, si capiscono sempre tardi, troppo tardi. Meglio tardi che mai.

Anche Gesù, quando manda in missione i suoi apostoli si preoccupa di insegnare a loro uno stile sobrio e credibile di testimonianza, ma non suggerisce loro di incassare consenso immediato. Al contrario: “Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro”. I miei genitori forse non sono stati costretti a tanto, ma sicuramente non hanno raccolto in vita quell’adesione convinta che meritavano. La sto loro centellinando piano piano: oltre al bastone (l’amore per la famiglia), non presero nulla per il viaggio familiare (povertà assoluta): faticarono a guadagnare il pane, non accumularono beni, vissero faticosamente. Vangelo vivo: non potevo pretendere di più!