Chi si loda, s’imbroda

I grillini stanno facendo una campagna elettorale all’insegna della loro biodiversità politica rispetto a tutti gli altri partiti, si autopromuovono a censori e puntano a distinguersi in tutto e per tutto dai loro concorrenti. Quando ci si mette in questa logica, bisogna essere veramente e totalmente inattaccabili, altrimenti si perde facilmente credibilità e si rischia addirittura di suscitare ilarità. Il caso più clamoroso, anche se giudiziariamente inesistente, è quello dell’autoriduzione dello stipendio dei parlamentari con versamento ad un fondo di sostegno alle imprese: si è scoperto che alcuni grillini avrebbero eluso questa regola e si sarebbero intascati quei soldi a cui dicevano di rinunciare.
Non c’è materia penale, ma, diciamolo in modo brutale, si tratta di una figura di merda. Non c’è persona più antipatica di uno che vuole accreditarsi come primo della classe senza esserlo. Chi si spaccia per tale, ma lo è veramente, può anche essere sopportato, ma, se non lo è, diventa insopportabile e oggetto di scherno. Non so quanti italiani avranno la freddezza di valutare criticamente questo aspetto che sta emergendo: dovrebbero e potrebbero aprire gli occhi e capire di rischiare di prendere lucciole per lanterne.
Già la scelta era piuttosto demagogica: più che ridursi lo stipendio bisognerebbe guadagnarselo fino in fondo. Se poi si scopre che la sparata è diventata una bufala demagogica, arriviamo al massimo della presa in giro. Il problema purtroppo non è solo quello di rendere mera fuffa le speranze, peraltro assai ridimensionate, verso i grillini; questa sputtanata rischia di rilegittimare anche coloro che effettivamente hanno compiuto dei reati o che comunque sono stati scorretti nell’adempimento del loro mandato. Una sorta di “tana per tutti”, servita su un piatto d’argento da chi voleva spaccare il mondo politico in quattro.
Forse sarebbe il caso di capire come l’onestà e la correttezza siano una pregiudiziale, ma non il requisito sufficiente per puntare a ricoprire incarichi pubblici. Qualcuno dirà: almeno questi non sembrano disonesti…proviamoli…tanto peggio di così… La politica non è un gioco d’azzardo in cui si può anche provare l’ebrezza del rischio. Non si può giocare. Fra il votare turandosi il naso, come una volta consigliò il grande Indro Montanelli, e il votare puntando alla roulette, preferisco, tutto sommato, turarmi il naso.
Un tempo si diceva: chi si loda, s’imbroda. Potrebbe essere il caso di rispolverare anche questo vecchio adagio, prima di entrare in cabina elettorale.