I lacci burocratici italiani da una parte, le minacce del governo libico dall’altra, si è riusciti a sbattere fuori dal Mediterraneo le Organizzazioni non governative e le loro navi in missione umanitaria in soccorso dei migranti. Stando ai dati pubblicati sui giornali, esse avrebbero salvato 46.796 profughi nel 2016 e 12.646 nei primi mesi del 2017. Niente paura, dice il Ministero degli Interni, se sarà necessario, le sostituiremo con le missioni europee Sophia e Triton e con i mercantili di passaggio in appoggio alla Guardia costiera.
Mi chiedo: se era ed è così semplice organizzare i soccorsi, perché non lo si è fatto prima. Se erano superflue le navi delle Ong, perché si è fatto tanto allarmismo sul rischio di trasformare il Mediterraneo in un cimitero di affogati. Qualcuno, secondo me, sta barando o bluffando.
L’uovo di Minniti: con due o tre viaggi diplomatici in Libia e paesi africani, con un protocollo, condiviso a livello europeo, da firmare con le Ong, sembra avere risolto (quasi) tutto. Il flusso dei migranti si è placato, gli scafisti si sono messi in riga, i Libici si fanno carico di pattugliare il loro mare in lungo e in largo, i centri di accoglienza, in territorio libico, sono pronti ad assorbire eventuali onde migratorie di ritorno.
Con tutto il rispetto per l’intelligenza e l’operosità dell’attuale ministro, mi sembra che le cose non stiano proprio così. Probabilmente non sapremo mai quanti profughi lasceranno le penne nel mar Libico e in tutto il Mediterraneo: la guardia costiera e i suoi nuovi partner non faranno miracoli, ma lontano dagli occhi lontano dal cuore.
I profughi che non moriranno in mare torneranno nell’inferno da cui sono fuggiti: ci penserà la Libia foraggiata al riguardo (si ripeterà la vergognosa scaricata del barile effettuata dalla Merkel sulla Turchia per chiudere la porta d’ingresso dei Balcani), qualche avance del governo libico si intravede (dateci soldi, al resto pensiamo noi).
Si effettueranno cioè i cosiddetti respingimenti con classe, senza baccano, senza muri e senza chiusure nette: il risultato comunque non cambia e questa gente la faremo morire di risulta, mettendo a posto le coscienze con Sophia e Triton, missioni europee che, se ho ben capito, riusciranno sì e no a salvare solo i profughi che non sanno nuotare.
Sta avvenendo una silenziosa e pretestuosa rimozione del problema: erano i rompicoglioni delle Ong che creavano casino. Tutto sta tornando sotto controllo. Il capo della marina di Tripoli lo dice a chiare lettere: «Le Ong non rispettano la nostra legge, le nostre direttive. E soprattutto le Ong fino ad ora hanno offerto un servizio eccellente ai trafficanti, un aiuto perfetto: le loro navi non fanno salvataggio, loro fanno trasporto, trasbordo diretto dei migranti. Per settimane abbiamo visto i risultati: barconi di migranti che venivano avvicinati al momento giusto dalle navi delle Ong. Il loro lavoro è prezioso, ma deve salvare i migranti, non trasportarli. Altrimenti diventano un elemento decisivo nella catena criminale che permette a questo sistema di essere efficiente». Affermazioni di una gravità e parzialità pazzesche alle quali qualcuno dovrebbe pur rispondere. Questi Libici hanno problemi enormi, non riescono ad esprimere uno straccio di governo, sono divisi e disperati al loro interno, hanno bisogno di aiuto e osano fare “i bulli”, minacciare le Ong, smerdare il governo italiano dopo avergli chiesto di intervenire in loro favore, vantare una supremazia territoriale, fare i primi della classe. Se non ci fossero di mezzo migliaia e migliaia di disperati, varrebbe la pena di mandare tutti a cagare nel mar Libico (Paolo Villaggio docet con la sua famosa cagata pazzesca).