I cavoli della cerimonia inaugurale e la merenda olimpionica

Avevo il triste presentimento che la cerimonia di apertura delle olimpiadi parigine, così pompata e caricata di significati impropri, avrebbe finito col creare polemiche al punto che ho seguito solo una minima parte dell’ambaradan, preferendo concentrarmi sulla prospettiva delle gare sportive.

Da quello che ho potuto vedere e leggere ne è sortito un grandioso polpettone alla francese di dubbio gusto, provocatorio al punto sbagliato, onnicomprensivo e quindi assai poco significativo. Non mi preoccupano tanto le reazioni scandalizzate alla dissacrante proposizione dell’Ultima Cena: sono sempre stato convinto che potessero essere presenti anche le donne degli apostoli e magari i loro figli e quindi ci può stare l’immaginazione puntata sulla diversità sessuale fin troppo sbandierata e quindi presente alla tavola.

Come al solito si guarda il dito e si lascia perdere la luna: quando si vogliono mettere insieme troppe cose si finisce col mettere in imbarazzo lo spettatore, costretto a indirizzare la sua attenzione sugli aspetti più eclatanti, che non sono generalmente i più importanti e i più discutibili.

Mi è rimasta impressa soltanto l’immagine di Sergio Mattarella bagnato come un pulcino, mentre Emmanuel Macron si ergeva a gallo  protagonista assoluto della solita “stronzata” francese.  Lo sport alla fine c’entrava come i cavoli a merenda, forse sarebbe meglio dire che la cerimonia di apertura c’entrava come i cavoli a merenda con lo sport. Archiviamola in fretta, seguendo ancora una volta il suggerimento del nostro Presidente, che non manca mai di insegnarci a vivere: seguiamo i nostri atleti con interesse veramente sportivo, godiamoci quel che rimane dei giochi considerandoli una cosa seria, riscopriamo il senso multiculturale delle Olimpiadi, usciamo dall’imbuto della grandeur associata inevitabilmente al rischio di attacchi terroristici.

Sembrava quasi che all’incontenibile desiderio di stupire il mondo mancasse solo l’attentato per finire in “bellezza”. Qualcosina è successa, per fortuna solo avvisaglie. Anche la sobrietà può essere un deterrente alla violenza. E di sobrietà all’inaugurazione delle Olimpiadi non ne ho vista. Un’ altra occasione persa…