“Ma cos’è questa destra? parapapa, ma cos’è questa destra? parapapa”: mi sono ritrovato a canticchiare con relativa parafrasi questo simpatico motivetto del 1933, che portò grande fortuna al suo autore ed interprete tale Rodolfo De Angelis, noto anche come attore, pittore e poeta vicino agli ambienti futuristi, che con Filippo Tommaso Marinetti diede vita al Nuovo Teatro Futurista. Allora ci si chiedeva cosa fosse la “crisi”, oggi mi chiedo quale sia la destra.
“A Palazzo Chigi e a via Venti Settembre, nelle roccaforti di Giorgia Meloni e di Guido Crosetto, leggono con attenzione un passaggio dell’ultima intervista di Gianni Alemanno, già sindaco di Roma, già ministro del centrodestra, oggi leader del Forum dell’indipendenza italiana. C’è un deciso affondo contro il ministro della Difesa: «Ha piegato la testa al politicamente corretto». C’è un avvertimento al presidente del Consiglio: «Vannacci andava difeso gli elettori sono delusi». E c’è la sfida già fissata per le elezioni europee del prossimo anno. Gianni Alemanno sta lavorando notte e giorno alla costruzione di un fronte sovranista. Ha ripreso a parlare con Francesco Storace. Ha messo insieme un gruppo di intellettuali. Ha ricostruito una rete di relazioni. E ora dice chiaramente: sono pronto. «Non voglio fare la destra della destra ma raccogliere le sensibilità della destra sociale che Meloni ha completamente cancellato da FdI», avverte”. (dal quotidiano “Avvenire” – Arturo Celletti)
Si tratta dei retroscena del dibattito (?) scatenato dal libro in libera uscita di un generale, “Il mondo al contrario”, che sta andando a ruba e che sembra abbia tirato un sasso nella piccionaia meloniana. Questo Roberto Vannacci sta facendo parlare molto di sé, ma ha indubbiamente scoperto certi altarini dell’incultura di destra. Traggo da questa vicenda due elementi positivi: finalmente la destra evidenzia tutto il suo potenziale antistorico e reazionario, mostra il suo vero volto camuffato con una certa difficoltà dal trucco governista; la gente forse comincerà a capire qualcosa risucchiata in un estremismo chiarificatore.
Per quanto mi riguarda i contenuti di questo testo mi sono totalmente estranei e non mi sento di prenderli neanche minimamente in seria considerazione: suscita invece in me qualche interesse il contraccolpo politico che stanno avendo nella destra che sta sgovernando il Paese. Della serie tutto il mal non vien per nuocere.
Può darsi che tutto si risolva in un casinetto estivo, in un colpo di sole, in una lapalissiana menata tattica o nella fiction di una ragazza (Meloni) e il generale (Vannacci). Può darsi però che questa vicenda lasci un segno, che venga da lontano e possa portare lontano, non tanto per la qualità politica dei protagonisti dietro le quinte (Alemanno e Storace), non tanto per lo spessore degli argomenti in ballo (un autentico stupidario), ma a dimostrazione che tutto sommato anche in politica le balle stanno in poco posto. Anche quelle di Giorgia Meloni magari rafforzate da quelle di Guido Crosetto. Se mi è consentito vaneggiare per un attimo, mi sento di fare il tifo per Gianni Alemanno che gioca con la sua storica maglia contro Giorgia Meloni che gioca con una maglia presa a prestito, oserei dire rubata, dal magazzino della democrazia.