Milano, manganellate e spray al peperoncino per bloccare una donna trans. Choc in un video. Sala: “Fatto grave”. È un video amatoriale ripreso dall’alto che circola da qualche ora sui social e sul canale Telegram di Milanobelldadio. Un minuto e mezzo di violenza. Si vedono quattro agenti della polizia locale di Milano armati di spray al peperoncino e manganello che colpiscono, ripetutamente, una donna trans seduta sul ciglio della strada, vicino a degli scooter parcheggiati. Alla fine, la ammanettano. Lei è ferma, immobile. Viene prima fatta cadere per terra. Alza le mani, continua ad accusare i colpi. Alla pancia, alla testa. Poi un calcio, mentre è distesa e prova a proteggersi, nonostante sia stata resa inoffensiva dallo spray al peperoncino. Non si capisce se sia o meno in sé. Alla fine, un agente la ammanetta. È giorno, sembrerebbe zona Bocconi, vicinissimo al centro di Milano. Non si conoscono i motivi dell’intervento e il contesto in cui la donna è stata fermata. La polizia locale, interpellata, non ha ancora fornito spiegazioni: sta ricostruendo che cosa sia successo. “Non è certo una bella immagine, è un fatto grave” dice Giuseppe Sala. “Per poter intervenire – ha affermato il sindaco a margine del collegamento con i volontari della Protezione civile della Città metropolitana di Milano, impegnati nell’assistenza alle popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dall’alluvione – è necessario che la polizia locale faccia una relazione”. “Nell’attesa – ha aggiunto – i vigili sono stati messi in servizio interno. Successivamente, alla luce della relazione sono possibili due cose: provvedimenti interni come la sospensione o arrivare a una denuncia da parte nostra all’autorità giudiziaria che non è una cosa da escludere”. Dura la posizione di Iaria Cucchi: “Intendo andare fino in fondo su questa vicenda, finché non saranno chiarite tutte le dinamiche. Gli autori di tanta violenza non pensino di farla franca”. E Pierfrancesco Majorino: “Le immagini della donna presa a manganellate dagli agenti della polizia locale a Milano sono disgustose. Qualsiasi sia il contesto e qualsiasi cosa sia accaduta ‘prima’ di quanto filmato dal cittadino”, aggiunge. La procura ha aperto una indagine per lesioni e abuso di potere. (Monica Serra sul quotidiano “La stampa”)
La prima amara riflessione sulla violenza verso un soggetto “diverso” mi porta a chiedermi il perchédi tanto accanimento? Non lo capisco e, se lo capisco, lo rifiuto con sdegno e rabbia. Ogni tanto spuntano questi episodi. Forse ultimamente sono diventati più frequenti e questo dato di fatto induce a pensare male dal punto di vista politico: può sembrare una tesi temeraria, ma l’aria che tira puzza di tolleranza zero nei confronti di certe categorie di soggetti. Siccome a pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina, non riesco a trattenermi dal pensare che il clima politico sostanzialmente razzista venutosi ad instaurare, favorisca indirettamente certi comportamenti, sicuro di non essere molto lontano dalla realtà.
Molto spesso questi episodi non vengono sufficientemente indagati, tutto viene gettato nel dimenticatoio tra omertà, compiacenze, sottovalutazioni, e ridotto al solito inevitabile fenomeno delle mele marce. Inoltre non vedo nell’opinione pubblica una forte e larga condanna, come se una transessuale fosse una bambola di pezza da eliminare.
Come spesso mi accade, per interpretare la triste realtà delle contraddizioni umane mi faccio aiutare dagli insegnamenti di mio padre.
É molto simpatica ed “anarchica” la battuta con cui fucilava gli eccessi di zelo delle autorità di ogni ordine e grado: “A un òmm, anca al pu bräv dal mónd, a t’ ghe mètt in testa un bonètt al dventa un stuppid”. Saranno solo stupidi certi ghisa milanesi o ci sarò qualcosa di molto più grave nelle motivazioni del loro operato.
A proposito di pesi e misure paradossali con cui si assiste alle disgrazie, mio padre rilevava acutamente come di fronte alla caduta di un cavallo gli astanti esclamino “povra béstia”, mentre di fronte alla caduta di una persona si sbellichino dalle risa. Chissà quale istintiva condanna avrebbe innescato il maltrattamento di un animale, mentre il pestaggio di una transessuale lascia piuttosto indifferenti.
Fin qui l’assurda etica che ci contraddistingue. Poi viene la politica. Sono curioso di vedere come andrà a finire la vicenda di cui sopra. Come minimo ci sarà la scusante della provocazione, come medio l’idea che quella transessuale se la sarà voluta, come massimo la convinzione che i vigili abbiano fatto bene a ripulire le strade da certi sporcaccioni. E la chiamano democrazia…