PPR – piano personale di resilienza

Davanti a certe “disgrazie” si sente il bisogno di sfogarsi. È quanto mi viene spontaneo fare in concomitanza con la nascita del governo Meloni. Approfitto per esternare il mio sgomento: al di là del basso livello ministeriale, al di là delle scelte politiche che stanno a monte, il mio sconcerto è (r)esistenziale.

Ho provato a ridicolizzare la situazione “solidarizzando” con Berlusconi: l’espressione universale di scetticismo e disaccordo vede nella sua massima espressione l’alzata di un sopracciglio.  Lui lo ha fatto, anche se, in fin dei conti, tutto può essere considerato conseguenza del berlusconismo che ha spianato la strada al post-fascismo e alla politica come arte dei propri affari.

Ho tentato di sperare “nell’impossibile” Mattarella: forse avrà scongiurato il peggio, ma non ha potuto pararci il brutto colpo. Cosa pretendiamo da lui? Chi è causa del suo mal pianga se stesso…

Ho cercato di rifugiarmi nel colpevole rimpianto per Mario Draghi. Il tramonto del suo governo lascia il posto ad una notte oscura. Dopo il bagno carismatico di Draghi sta arrivando l’insulso diluvio di Meloni.

Ho provato a scaricare le colpe sull’inconcludenza e inconsistenza della sinistra: la storia insegna che le avventure di destra sono state sottovalutate e capite quando era tardi. Sarà così ancora? Il perdurante Aventino di Letta, Conte, Renzi e Calenda non lascia sperare niente di buono. I quattordici milioni di voti complessivamente da essi raccolti sono accantonati nel frigorifero, mentre contano eccome i dodici milioni di voti della destra. Sono conti che non tornano ed è inutile rifarli a babbo morto.

Al momento mi sento perduto. É la prima volta che sperimento la destra pura e dura al governo e confesso di averne paura. Mi si dirà che la paura può essere una sensazione irrazionale da rimuovere. Mi sforzerò di combatterla con atteggiamenti positivi e costruttivi.

Che tutti i martiri della Resistenza, ai quali stiamo facendo un imperdonabile affronto, ci perdonino e ci aiutino a “resistere”. Vedo tempi in cui bisognerà proprio e prima di tutto resistere. Cosa sta succedendo nel nostro Paese? Non voglio drammatizzare, ma abbiamo preso la strada sbagliata, che non ho idea dove ci porterà. Qualcuno dirà che in fin dei conti la politica non è tutto. Sono d’accordo, ma stiamo consumando un “delitto” di cui pagheremo le conseguenze. Nella vita bisogna provarle tutte. Di questa avrei fatto volentieri a meno.