Sono concettualmente distante mille miglia dalle tecnicalità del sistema elettorale, anche perché resto convintamente e nostalgicamente inchiodato alla passione per la politica con la “p” maiuscola, che dovrebbe venire prima delle regole elettorali.
Bisogna però prendere atto che i meccanismi vigenti (il cosiddetto “Rosatellum”) sembrano fatti apposta per costringere e falsare la volontà popolare, proponendo un vomitevole mix tra sistema maggioritario e proporzionale, tentando cioè di mettere d’accordo capre e cavoli.
Il sistema maggioritario si adatta ad una politica polarizzata e leaderizzata mentre quello proporzionale si limita a registrare gli indirizzi politici nella loro variegata e spontanea articolazione. La politica italiana è molto frammentata per motivi storici ed ideologici; si è personalizzata in senso deteriore scopiazzando e importando criteri di impostazione inadatti alla nostra situazione. Volerle imporre, seppure parzialmente, un bagno maggioritario significa creare solo confusione. Oltre tutto fare coesistere regole maggioritarie, in cui vince chi arriva primo, con regole proporzionali, in cui ogni partito conta in base ai consensi che riceve, è un autentico pasticcio anti-democratico.
Può darsi che al termine della consultazione elettorale si sappia chi ha vinto, ma questo illusorio risultato non ha alcun senso se si ottiene al prezzo di falsare la volontà popolare, chiudendola in schemi obbligati e falsificanti. Costringere i partiti ad alleanze spesso innaturali pur di concorrere al raggiungimento della maggioranza non ha senso alcuno, anche perché in parallelo l’elettore si trova costretto a mangiare la minestra del candidato imposto dall’alto se non vuol saltare dalla finestra dell’astensionismo.
Persino i due terzi di seggi assegnati col sistema proporzionale, dal momento che non si possono comunque dare preferenze e si vota su liste bloccate, costringono l’elettore in una gabbia da cui non può uscire. Già registriamo la consolidata tendenza all’astensionismo per motivi di scarsa rappresentatività partitica e di forte sfiducia dei cittadini nella classe politica, se poi togliamo alla gente la possibilità di scegliere seriamente da chi farsi rappresentare, diamo un perfetto assist alla diserzione delle urne.
I sistemi elettorali non dovrebbero essere delle scorciatoie per arrivare a tutti i costi alla governabilità, ma la strada percorribile per riempire il Parlamento di personaggi autenticamente rappresentativi della volontà popolare.
Basta poi proiettare il discorso in base ai sondaggi emergenti: in buona sostanza se si votasse col sistema proporzionale puro, molto probabilmente nessuna forza politica otterrebbe la maggioranza assoluta fermandosi al massimo ad un 25% dei voti e quindi si dovrebbe aprire il gioco democratico delle alleanze a livello parlamentare per poter esprimere la maggioranza atta ad esprimere e “fiduciare” un governo di coalizione. Non vedo niente di scandaloso: meglio cercare sintesi e compromessi ai livelli più alti nelle sedi istituzionali competenti piuttosto che prefigurare degli assurdi pateracchi pre-elettorali che sembrano fatti apposta per ingannare e/o fuorviare gli elettori.
Con il “Rosatellum” avremo una coalizione vincente senza che abbia vinto, un po’ come vincere una partita di calcio ai rigori, senza nemmeno i tempi supplementari dei ballottaggi: lascia il tempo che trova, tarpa le ali alla democrazia, mette l’amaro in bocca ai cittadini già sufficientemente scettici e disamorati.
Cosa sta succedendo in pratica: per uscire vincitrici le due maggiori forze politiche in campo, vale a dire Fratelli d’Italia e Partito Democratico, sono costrette ad apparire rispettivamente un po’ meno di destra e un po’ meno di sinistra, spiazzando gli elettori di destra e di sinistra per catturare voti in quel ginepraio indefinibile del centro, quella gente cioè, per dirla con Enzo Biagi che si sente di destra e sinistra ma solo un pochettino.
Quanta nostalgia per i tempi in cui la Democrazia Cristiana sapeva essere al vero centro della politica italiana sintetizzando idee e valori in chiave interclassista, popolare e cristiana, guardando alle altre forze politiche per dialogare e collaborare con esse con un occhio di particolare attenzione a sinistra, laddove il Pci era portatore autentico delle ansie progressiste in competizione-alleanza con un Partito socialista eternamente strabico. Il vero equivoco era il Psi e tale equivoco costò assai caro al sistema fino ad arrivare al craxismo che ci regalò direttamente o indirettamente il berlusconismo. E siamo rimasti ancora lì a prescindere dai sistemi elettorali che si sono succeduti e che hanno messo la ciliegina sulla rovina del sistema democratico. Sarò catastrofista, ma queste elezioni le vedo malissimo e il dopo-elezioni lo vedo ancor peggio.