Il premier Mario Draghi ha chiesto a Beppe Grillo di rimuovere Giuseppe Conte dalla guida del Movimento 5 Stelle. Parola di Domenico De Masi, sociologo e coordinatore scientifico della scuola di formazione grillina. Il professore ne ha parlato a Un giorno da pecora e in un’intervista al Fatto quotidiano, nella quale ha raccontato che l’inquilino di Palazzo Chigi si sente spesso con il Garante M5s. «Mi ha spiegato che il premier gli manda messaggi sulle cose da fare e sul rapporto da tenere con il governo», dice. Secondo Grillo i due si capiscono bene «perché sono due nonni». E in una delle telefonate Draghi avrebbe chiesto a Grillo di rimuovere Conte «perché è inadeguato». Intanto i grillini si interrogano sulla possibilità di restare ancora nel governo. E c’è chi apre alla possibilità di uscire e garantire soltanto un appoggio esterno.
La notizia, ammesso e non concesso che risponda alla verità, non è di quelle che sconvolgono, ma è comunque sorprendente. L’aplomb di Draghi in combutta con la stravaganza di Grillo. C’era chi aveva già visto dietro lo smarcamento di Luigi Di Maio la manina del premier. Certamente il ministro degli Esteri è poco più di una pedina nelle mani del presidente del Consiglio: è stato scelto per non disturbare e lasciar fare a chi ne sa di più (una sorta di Androclo che toglie la spina nella zampa del leone). Di qui a pensare a vere e proprie manovre intrusive nella vita del M5S passa molta strada. Forse c’è più millantato credito grillino che interferenza draghiana. Le telefonate fra i due nonni sembrano una gag di Maurizio Crozza. Non credo che a Draghi faccia paura Conte. Tuttalpiù siamo alle favole.
Un elefante incontra una mosca. Lui non capisce come mai la mosca non riesce a stare ferma, la mosca non comprende invece la costante immobilità del pachiderma, …. La Mosca si avvicina all’orecchio del pachiderma e comincia ad entusiasmarsi vedendo le grandi orecchie del mammifero. Comincia a ronzarvi intorno facendo una gran rumore che inevitabilmente disturba il colosso. Con un colpo deciso di orecchie il pachiderma allontana la fastidiosa mosca. Ma, quest’ultima, non si arrende, e, dopo qualche secondo riprende la sua attività e comincia nuovamente a disturbare il mammifero. Si ripete la scena, e, questa volta, con maggiore decisione. La mosca rischia davvero di essere tramortita nella sua attività. Sembra che quell’ultimo colpo debba avere avuto un effetto devastante inculcando tanta paura nella mosca, invece l’insetto, sfidando il destino, si riavventura nello stesso luogo cominciando a dare fastidio. A quel punto l’elefante termina la sua attività di mangiare e rivolgendosi alla mosca le dice: “Mi spieghi perché continui a ronzare senza stare ferma intorno al mio orecchio? Perché non riesci a stare ferma? Quantomeno non ti fai sentire con questo ronzio irritante!”. La mosca, dopo che sentì la voce del pachiderma, decise di planare e rispose dicendo “beh vedi, i miei sensi e soprattutto i miei occhi sono fatti in modo tale che veda ogni oggetto sotto mille sfaccettature diverse, e mi entusiasmo, e non riesco a resistere, devo toccare, vedere da vicino quello che i miei occhi mi propongono”. L’elefante, senza scomporsi, rispose: “Al contrario, amica mia, i miei occhi sono piccoli e non molto acuti, e vedo a malapena quello che mi circonda, dunque non mi lascio prendere troppo dai miei sensi ma piuttosto cerco di governarli! Ecco perché non ho necessità di spingermi in luoghi dove rischio di morire!”
Morale della favola: Giuseppe Conte si lascia guidare dai sensi e senza rendersene conto si imbatte in luoghi o situazioni che finiranno per schiacciarlo e distruggerlo. D’altra parte i pentastellati si stanno sciogliendo come neve al sole e si può capire il loro istinto di sopravvivenza. Beppe Grillo non è più in grado di rimetterli in gioco, sta cercando di chiudere in bellezza la sua comica e al riguardo può essergli utile la benevola comprensione di Draghi, che forse si sta divertendo.
Forse si stanno divertendo un po’ meno i milioni di italiani che avevano votato il M5S e non hanno ancora finito del tutto di farlo. Sulle barricate grilline è rimasto Marco Travaglio con la sua testardaggine anti-sistema. A volte è meglio ammettere onestamente i propri errori di valutazione, chiedere scusa e cambiare cavallo. Con questo suo atteggiamento rischia di fare soltanto l’opposizione di comodo a sua maestà. Da una parte si sta profilando l’armata Brancaleone dei più draghiani di Draghi, dall’altra lo sparuto esercito dei più grillini di Grillo. Auguri a tutti (o a nessuno).