Un vaccino per prepararsi al vaccino

“Per fare un vaccino, io personalmente, voglio che sia approvato e voglio vedere i dati”, dice Andrea Crisanti, direttore di microbiologia e virologia all’Università di Padova. Parole che hanno scatenato una lunga scia di polemiche e contro-dichiarazioni. A partire dal presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli che, alla conferenza stampa del venerdì al ministero della Salute sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia non dà spazio a dubbi: “Se ci fosse il primo vaccino oggi in Italia Franco Locatelli lo farebbe senza la minima esitazione”. I vaccini anti-Covid “che verranno resi commercialmente disponibili – puntualizza Locatelli – seguiranno, per quanto in una situazione emergenziale, tutta una serie di step ineludibili garantiti dalle agenzie regolatorie. Quindi – ammonisce Locatelli – è bene ricordare sempre la responsabilità di affermazioni che poi possono avere riverbero mediatico”. Un tema, questo della sicurezza dei vaccini anti-Covid, sorvegliato speciale.

Ero piccolo, ma serbo un ricordo molto preciso della mia vaccinazione antivaiolosa. Ero con mia madre nella sala d’aspetto dell’ambulatorio comunale dove si svolgevano le vaccinazioni: i bambini piangevano per l’impressione del subire una strana puntura d’ago e per l’austera insofferenza di un’anziana dottoressa. Ero anch’io piuttosto preoccupato, mentre tra le mamme era in corso la discussione sull’obbligatorietà del vaccino. Alcune erano contrarie e dichiaravano apertamente, alla faccia di Jenner e Pasteur, di considerare come un sopruso quella vaccinazione: raccontavano strane vicende di gravi effetti collaterali. Altre erano scettiche sulla validità del vaccino e se ne stavano immusonite ad aspettare con un certo fastidio il loro turno. Altre, come mia madre, senza enfasi e con discrezione, confessando l’ignoranza in materia si affidavano alla scienza e al dovere civico di proteggere i figli da questo rischio.

Ho ripetuto questo episodio della mia infanzia per significare come siano passati decenni e il problema, per certi versi, rimanga ancora lo stesso. Ognuno deve fare il suo mestiere: gli scienziati devono ricercare e trovare le migliori soluzioni per la vita umana; i cittadini devono rispondere all’obbligo di comportarsi in modo civicamente corretto; i politici devono utilizzare al meglio le ricette scientifiche applicandole in difesa della salute dei cittadini. Purtroppo non è proprio così.

Gli scienziati dall’inizio della pandemia continuano imperterriti a sbandierare i loro conflitti ed a chiacchierare in libertà, confondendo le idee della gente già disorientata dalle ansie e dalle paure. I governanti brancolano nel buio, danno un colpo al cerchio e uno alla botte, fanno quel che possono, ma potrebbero fare molto di più e soprattutto meglio. I cittadini stanno a guardare, cominciano a spazientirsi, tendono a protestare, si lasciano prendere dal panico.

Le prospettive vaccinali nascono in questo clima. I dubbi e le perplessità sono più che ammissibili, ma non dovrebbero provenire ed essere esternati a ruota libera da chi dovrebbe rassicurare che le procedure avvengano nel modo migliore possibile. La speculazione affaristica si intromette anche in questi delicatissimi campi: siamo in un sistema capitalistico e non possiamo metterlo in contestazione partendo dai vaccini, sarebbe una sciagura. Gli errori e le incertezze albergano anche tra quanti sovrintendono scientificamente alla nostra salute: non si pretende la perfezione, ma la serietà e la discrezione. Chi governa ha il dovere di decidere, non facendo cadere le cose dall’alto, ma usando anche e soprattutto l’arma della informazione serena ed oggettiva e della convinzione costruttiva. I cittadini possono smarrirsi, ma devono ritrovare la strada dando ascolto alle voci ufficiali ed istituzionali competenti, senza correre dietro allo scoop mediatico e magari alle fake news.

Prepariamoci così alla vaccinazione anti Covid 19: poche chiacchiere, molte informazioni serie e molte disposizioni precise e puntuali. Non abbiamo cominciato nel migliore dei modi. Siamo ancora in tempo per aggiustare il tiro, facendo ognuno il proprio dovere. Rimanere freddi ed obiettivi non è mai facile, immaginiamoci nella situazione in cui stiamo vivendo. Il buon esempio dovrebbe venire dall’alto, ma anche il cittadino qualunque deve stare attento a quel che dice e fa. Ne va della salvezza di tutti.